Quanto può essere conveniente andare in pensione anticipata con la quota 100 sulla base dei contributi versati e dell'assegno di pensione futura? Con la misura di uscita anticipata, secondo quanto potrebbe essere previsto nella legge di Stabilità 2019, a partire dal prossimo 1° febbraio i contribuenti che avranno maturato la quota 100 potranno andare in pensione sommando età e contributi. Ad oggi, non è ancora possibile stabilire con certezza quale sarà la misura dei contributi minimi richiesti (si ipotizzano 38 anni minimi e il compimento del 62esimo anno di età) e nemmeno l'eventuale applicazione di penalizzazione sulla pensione futura, almeno per gli anni di anticipo rispetto alla maturazione della pensione di vecchiaia.
Ma il Governo Conte starebbe studiando anche agevolazioni per favorire il cumulo dei contributi, in particolare attraverso lo strumento del riscatto della laurea, che interesserebbe tanto gli statali quanto, soprattutto, i lavoratori del settore privato.
Ultime pensioni con quota 100: uscita anticipata a partire da febbraio 2019
Tuttavia, la scelta di andare in pensione anticipata a quota 100 contiene già una prima penalizzazione relativa al calcolo dei contributi in uscita. Infatti, andando in pensione anticipatamente rispetto alla pensione di vecchiaia o anche rispetto alla pensione anticipata con i meccanismi della riforma Fornero, i lavoratori avrebbero un numero di anni minore di versamenti.
E, pertanto, la pensione futura sarebbe un po' più bassa. Tuttavia, se il minor montante dei contributi potrebbe scoraggiare molti lavoratori dal ricorrere a questa misura di uscita, la soluzione quota 100 potrebbe essere preferita dai lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione delle aziende. In tutto, secondo le prime stime, la pensione anticipata a quota 100 dovrebbe avere una platea di 380 mila lavoratori, dei quali 150 mila dovrebbero essere dipendenti statali.
La riforma delle Pensioni è in pieno studio dal Governo guidato da Giuseppe Conte e dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e possibili novità potrebbero riguardare il requisito dei contributi necessari per arrivare al numero di anni minimo richiesti.
Pensioni anticipate a quota 100: le possibili novità in uscita dal 2019 con riscatto della laurea
Infatti, come spiega Il Sole 24 Ore, il Governo potrebbe coinvolgere i fondi aziendali per il finanziamento delle pensioni anticipate a quota 100. Verrebbero coinvolti, dunque, settori privati, primi tra tutti, le assicurazioni, la chimica e il trasporto pubblico. Eventuali altri buchi contributivi per versamenti effettuati dopo il 1° gennaio 1996, ovvero ricadenti nel regime contributivo, potrebbero essere oggetto di novità, soprattutto grazie alla "pace contributiva" o a un condono. Entrambe queste misure rientrerebbero nella legge di Bilancio 2019. Nello specifico, uno degli strumenti che il Governo Conte sta pensando per agevolare l'uscita con pensione anticipata a quota 100 è il riscatto della laurea: si tratterebbe di incentivi, offerti dai datori di lavoro che vogliano finanziare l'uscita dei dipendenti prossimi alla pensione, con utilizzo dei fondi bilaterali (ad esempio, il Fondo di solidarietà del credito per i bancari, già oggetto di legge di Stabilità 2017 e del Fondo Tris per il settore chimico e farmaceutico).
Se così fosse, dei circa 400 mila lavoratori previsti in uscita nel 2019 con quota 100 (il 60 per cento proveniente dal settore privato) in molti potrebbero trovare conveniente ricorrere allo strumento del riscatto della laurea. I dati dell'Inps sui riscatti degli anni universitari sarebbero destinati a far registrare un picco notevole. Dal 2016 ad oggi, informa il quotidiano economico, su 25 mila domande di riscatto della laurea (18.062 dal settore privato e 6.553 tra gli statali), circa 7 mila rinunciano per i costi elevati, soprattutto negli anni prima del pensionamento, generalmente dopo i 56 anni.