"Se mi dicono che di botto se ne vanno in pensione centomila persone in settori chiave dell'amministrazione pubblica come le scuole e gli ospedali è ovvio che non possiamo consentirlo", lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Salvini a margine della presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa. Lo stesso vicepremier della Lega, infatti, ha rassicurato che il Governo giallo-verde intende procedere gradualmente per evitare esodi di massa.
Quattro finestre per l'accesso alla Quota 100 per il privato
Che il meccanismo di quota 100 non sarà una misura introdotta nella nuova Legge di Stabilità 2019 è ormai noto a tutti anche se potrebbe arrivare con un disegno di legge ad hoc da emanare il prossimo anno al fine di contenere il deficit e strappare il parere positivo della Commissione Europea.
La misura sul tema previdenziale potrà essere utilizzata da tutti i lavoratori che hanno compiuto almeno 62 anni di età anagrafica e allo stesso tempo vantano 38 anni di versamenti contributivi. Tuttavia, la misura partirà dal 2019 e, come annunciato dallo stesso segretario federale della Lega Salvini, verrà messo in atto il sistema delle finestre: per i dipendenti del settore privato saranno quattro e si apriranno con cadenza trimestrale, per gli statali, invece, saranno due che si apriranno ogni sei mesi. Cosa assai diversa per gli appartenenti al comparto scuola per i quali è prevista una sola finestra ogni dodici mesi.
Quota 100, per Salvini potrebbe trattarsi di una misura parziale
L'obiettivo dell'esecutivo, è quello di ridurre l'onere che una misura come la Quota 100 potrebbe comportare per le casse statali.
Nello stesso tempo, il ministro dell'Interno ha affermato, inoltre, che il sistema delle quote potrebbe favorire il cosiddetto ricambio generazionale anche se si potrebbe concretizzare il rischio di non riuscire a rimpiazzare le uscite in tempi rapidi. L'altra incognita, invece, riguarda le possibili penalizzazioni sull'assegno previdenziale che potrebbero limitare la platea dei potenziali beneficiari.
Difatti, in molti potrebbero optare per l'uscita a 67 anni di età anagrafica per evitare di ritrovarsi con un assegno decurtato. Per questo motivo, per il leader della Lega potrebbe trattarsi di una misura parziale.
C'è poi da chiarire, l'argomento riguardante il meccanismo della Quota 41 a favore dei lavoratori precoci che darebbe loro la possibilità di anticipare l'uscita dopo il raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Matteo Salvini ha confermato che un provvedimento potrebbe essere incluso nella Legge di Bilancio 2020.