Ultime notizie sulle riforma Pensioni, ad oggi giovedì 20 dicembre, incentrate sull'intesa governo-Ue sulla manovra finanziaria 2019. Un Sì 'condizionato' come pubblica questa mattina 'Il Sole 24 Ore', in quanto l'Italia resta, comunque, un 'osservato speciale': l'adozione delle misure annunciate consentirà alla Commissione europea di 'non raccomandare la procedura d'infrazione'. Da sottolineare, però, come la riforma pensioni si sgonfierà ancora di più rispetto alle eclatanti promesse iniziali, vista la sforbiciata di 2,7 miliardi per Quota 100, la nuova misura di anticipo pensionistico che scatterà ad aprile per quanto riguarda i dipendenti privati e addirittura ad ottobre per gli statali.

Un avvio ritardato che consentirà, dunque, al governo di risparmiare un bel po' e di rientrare (così si spera) nel 'budget' indicato nella legge di bilancio.

Quota 100 partirà in sordina: fondo da 4 miliardi di euro e clausola di garanzia

Dai 6,7 miliardi inizialmente previsti, il governo ha continuato a 'limare' il fondo per le pensioni sino ad arrivare a quota 4 miliardi per il 2019. Sarà, dunque, una partenza in 'sordina' per Quota 100 che sarà valida solamente per il prossimo triennio. Confermato il doppio requisito dei 62 anni di età anagrafica e i 38 di contributi per riuscire ad anticipare la propria uscita dal lavoro con cinque anni di anticipo rispetto ai paletti imposti dalla Legge Fornero.

Il governo ritiene che l'85 per cento dei lavoratori (315 mila persone, di cui 160mila circa nella Pubblica Amministrazione) sceglierà questa opzione: il principale disincentivo sarà rappresentato dal divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro, nel caso quest'ultimo superi la soglia minima dei cinquemila euro. Il governo ha assicurato all'Europa una clausola di garanzia, ovvero il monitoraggio delle domande che perverranno all'Inps: nel caso in cui queste 'sforino' i numeri previsti, le finestre mobili trimestrali potranno allungarsi di altri tre mesi, una soluzione che varrà sia per i dipendenti del settore pubblico che per quelli del settore privato.

Contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro e la rivalutazione assegni per il carovita

Confermato anche il taglio alle pensioni d'oro o, come più opportunamente ribattezzato 'contributo di solidarietà' sulle pensioni più elevate per i prossimi cinque anni. La novità più rilevante sarà quella che riguarderà la soglia minima dalla quale partirà il prelievo, vale a dire 100mila euro lordi annui anziché i precedenti 90mila.

Il prelievo sarà suddiviso in 5 scaglioni: si partirà da un taglio minimo del 15 per cento per arrivare sino al 40 per cento, nel caso in cui l'assegno superi i 500mila euro lordi l'anno. Come vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi, il meccanismo di rivalutazione delle pensioni in base al carovita viene confermato sulla base delle cinque fasce: l'indicizzazione 'piena' sarà solo a vantaggio di coloro che percepiscono una pensione fino a 1.530 euro lordi mensili, vale a dire fino a tre volte il trattamento minimo. La rivalutazione scenderà progressivamente con l'aumentare degli importi annui percepiti, sino ad un'indicizzazione pari al solo 50 per cento per le pensioni sopra 6 volte il minimo.