Con l'avvio del nuovo anno si appresta ad entrare in funzione la nuova Quota 100, un meccanismo di prepensionamento che andrà ad accompagnarsi con la proroga dell'APE sociale e dell'opzione donna, garantendo maggiore flessibilità dal punto di vista previdenziale. Il tutto confermando le opzioni già presenti in precedenza, a partire dalle uscite anticipate già previste all'interno della legge Fornero. Si conta così che nel 2019 vi saranno 12 diversi meccanismi di uscita utili per ottenere l'agognata quiescenza. Ma nonostante ciò, il sistema sembra tutt'altro che perfetto, visto che continuano a sussistere specifiche sacche di rigidità dei requisiti di uscita dal lavoro che vanno a penalizzare una parte specifica della platea delle lavoratrici e dei lavoratori.

Uscite flessibili dal lavoro, nel 2019 le opzioni di pensionamento salgono a 12

Nel corso del 2019 i lavoratori potranno ottenere la pensione anticipata tramite quota 100 a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione, con una platea stimata di circa 300mila persone. Quest'ultime guadagneranno così un anticipo rispetto ai criteri ordinari di quiescenza con l'assegno di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contribuzione), oppure con l'anticipata della Fornero: 43 anni e 3 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne, salvo la sterilizzazione dell'aspettativa di vita (che consentirà di mantenere i criteri del 2018, ovvero 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne).

I lavoratori dei cosiddetti lavori usuranti possono invece accedere alla quota 97 (61 anni e 7 mesi, purché abbiano accumulato almeno 35 anni di versamenti), mentre una parte dei precoci (con almeno un anno di versamenti prima del 19° anno di età e che rientra nelle categorie previste dalla legge) potrà beneficiare della quota 41.

Vi sono poi le agevolazioni per chi svolge mansioni gravose, la proroga dell'opzione donna e dell'APE sociale per chi vive situazioni di disagio e l'APE aziendale o volontaria a partire dai 63 anni di età. Infine troviamo il cumulo dei contributi per chi ha avuto carriere discontinue e la pace contributiva, che consente di riscattare eventuali buchi nei versamenti.

Pensioni anticipate: la situazione resta complessa

Nonostante le buone intenzioni dei Governi che si sono succeduti negli scorsi anni come di quello attuale, resta facile comprendere che il sistema è gravato da un'estrema complessità. Le numerose opzioni di flessibilità che si sono accumulate negli anni sono state caratterizzate da parametri molto specifici sia dal punto di vista anagrafico che contributivo, con eccezioni o particolari sistemi di ricalcolo dell'assegno che hanno reso estremamente complicato capire la situazione per il lavoratore medio ed anche fare una valutazione di convenienza. Una seconda conseguenza è che la flessibilità previdenziale, andando a tutelare situazioni molto specifiche, rischia di lasciare indietro una parte della platea che comunque avrebbe la necessita e/o il diritto di avere un'opzione di prepensionamento.

Basti pensare al caso delle differenze di genere ed al fatto che molte donne rischiano di restare escluse ingiustamente dalla maggior parte delle opzioni di prepensionamento a causa dei lavori di cura svolti in famiglia e della carriera discontinua.