Via libera dalla Ragioneria generale dello Stato, oggi, al maxi decreto sulle Pensioni quota 100 e al reddito di cittadinanza, due delle misure simbolo dell’esecutivo M5s-Lega guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Ci sono stati affinamenti nel testo – ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria - ma nel merito, non riguardano – ha sottolineato - problemi di ragioneria". Non ci sarà dunque nessuno slittamento nei tempi di attuazione: dal primo febbraio sarà attivato il sito web con tutte le informazioni, come ha annunciato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio, poi la misura, che di fatto prevede anche l’aumento delle pensioni minime a 780 euro al mese, partirà dal primo di aprile.

Pensioni e lavoro: ok al maxi decreto, parla il ministro Tria

Nessun problema anche riguardo ai tempi, tutto sta procedendo come previsto. "Non ci sono blocchi – ha spiegato il titolare del Mef - nel decretone”. Nessun problema nemmeno in relazione alla bollinatura del decretone. “Né – ha evidenziato come riporta l’Ansa - da parte della ragioneria né per quanto riguarda la bollinatura”. Se è stato necessario questo tempo per valutare attentamente il decretone dal punto di vista contabile dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri (il 17 gennaio scorso) è perché “fino all'ultimo – ha specificato oggi il ministro Tria - si è cercato di affinare il testo e le misure, sono abbastanza complesse".

Reddito di cittadinanza e Quota 100, le coperture ci sono

In particolare, è previsto che andranno in pensione con le nuove norme 100mila dipendenti pubblici in più e 102mila lavoratori del settore privato. Sia la nuova formula di prensione anticipata 62+38 sia le altre misure previdenziali previste nel decreto daranno la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro a 88mila autonomi.

Prepensionamenti in più rispetto al 2018 che, secondo il Governo Conte, creeranno le condizioni per nuove opportunità occupazionali sia nel settore privato sia nella Pubblica amministrazione. Saranno quindi 290mila le persone in più che, nel 2019, usciranno dal lavoro grazie al blocco dell’età per la pensione anticipata e alla nuova formula quota 100, almeno questi sono i numeri presentati nella relazione tecnica allegata al maxi decreto che in materia previdenziale prevede anche la pace contributiva e la proroga del regime sperimentale di Opzione donna.