Continua il dibattito sulla riforma delle Pensioni e nello specifico sulla quota 100, la domanda più postata sui social (e non solo) è sempre la stessa: conviene oppure no? Un dato di fatto: in pochissimi giorni si è superato il tetto delle 15000 richieste.

Pensioni anticipate con la quota 100: sedi Inps intasate, dubbi sulla convenienza

I lavoratori che hanno i requisiti o quelli che potenzialmente, pur non avendo compreso bene i contenuti del decreto, credono di averli stanno intasando le sedi Inps per fare la domanda di pensione o chiedere delucidazioni ed eventuali simulazioni sul proprio rateo pensionistico.

I pensionandi (o almeno una grande percentuale) ancora non hanno compreso, visto le voci discordanti al riguardo, se l‘assegno risulterà più leggero o meno e dunque se l’uscita anticipata porterà con sé delle penalizzazioni. Ma conviene uscire con quota 100?

Damiano: 'Quota 100 sarà un successo'

Le prime affermazioni positive a tal riguardo giungono da Cesare Damiano (esponente dem) che nella sua ultima nota stampa dice che "quota 100 sarà un successo", sia per le aziende che potranno "svecchiarsi", quanto per i lavoratori che avranno modo di andare in pensione in anticipo 'bypassando' la rigida riforma Fornero. Inoltre l’onorevole fa notare che il Pd non potrà fare altro che riconoscere tale successo e non rendersene conto significa non comprendere le reali esigenze della gente.

Poi il commento si fa più preciso: secondo Damiano infatti la quota 100 non sarebbe sufficiente a tutelare i più deboli, esodati, disoccupati e donne, e quanti pur avendo un’età elevata non riescono ad avere i 38 anni di contributi per accedere alla misura. Dunque il Partito democratico dovrebbe, compresa l’importanza della misura, proporre emendamenti migliorativi affinché tutti abbiano vie di fuga dalla "crudele riforma Fornero".

Pensioni 2019, quanto si perde con quota 100?

Alcuni (tra cui Italia Oggi) stanno facendo notare che una perdita (sebbene Salvini e Di Maio continuino a ribadire che quota 100 non prevede penalizzazioni) in realtà sia più che evidente. La ragione sta ovviamente negli anni di contributi versati: se uno ha versato per 43 anni ed esce a 67 avrà certamente una pensione più cospicua, rispetto a chi uscirà a 62 anni con 38 di contributi.

Vero anche che chi andrà prima incasserà la pensione per un tempo maggiore. Nunzia Catalfo, presidente della Commissione Lavoro al Senato, ha scritto, pochi giorni fa, un lungo post Facebook in cui spiega i vantaggi di accedere alla quota 100, eccovi le sue parole: “Vi spieghiamo Quota100 che rappresenta la nostra rivoluzione pensionistica! Un anticipo che può arrivare fino a 5 anni. Si percepirà una pensione corrispondente ai contributi versati, che sarà inferiore a quella che si sarebbe ottenuta andando in pensione a 67 anni, ma sarà anche percepita per 5 anni in più. A conti fatti non c’è alcuna perdita e si offre semplicemente una grande opportunità ad almeno 1 milione di persone nel triennio 2019-2021”.