Con l'arrivo del nuovo anno cambiano anche le regole di accesso alla pensione di vecchiaia, una questione che sembra passare in secondo piano visto l'acceso dibattito attualmente in corso sulla quota 100. In realtà, si tratta del principale meccanismo di uscita dal lavoro per chi non ha avuto una lunga carriera lavorativa oppure per coloro che hanno effettuato versamenti ridotti (ad esempio perché impiegati a tempo parziale). Nel 2019 il requisito anagrafico di legge subisce purtroppo un rintocco al rialzo, un elemento da tenere in considerazione soprattutto per coloro che non potranno accedere ad altre forme di prepensionamento agevolato; in questo caso sarà infatti necessario fermarsi qualche mese in più sul lavoro.

Le regole di accesso alla pensione di vecchiaia nel 2019

Partiamo con il dire che per l'accesso all'assegno di vecchiaia restano in essere gli adeguamenti previsti dalla legge Fornero per l'aspettativa di vita. Questo significa che la quiescenza potrà essere ottenuta a partire dai 67 anni di età e con almeno 20 anni di contribuzione, contro i 66 anni e 7 mesi previsti nel corso del 2018. Bisogna inoltre evidenziare che il requisito anagrafico non risulta stabile, ma si adegua con cadenza biennale sulla base delle rilevazioni Istat. Fortunatamente le regole restano piuttosto ragionevoli per il requisito sull'anzianità di contribuzione, stante che i due decenni di versamenti richiesti possono essere fatti valere per qualsiasi tipo di contribuzione effettiva, volontaria o figurativa (si pensi ad esempio agli anni riscattati per gli studi universitari, oppure alla possibilità di far valere eventuali periodi di disoccupazione coperti da indennità).

Cosa cambia per chi è inserito nel sistema contributivo puro

Coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal primo gennaio del 1996 risultano inseriti nel cosiddetto sistema contributivo, pertanto in questo caso specifico la pensione di vecchiaia viene erogata su criteri differenti. I 67 anni di età e 20 anni di contribuzione sono infatti confermati solo a patto di maturare un assegno superiore ad una volta e mezza la pensione sociale.

Se non si raggiunge questo vincolo, bisognerà attendere di compiere 71 anni di età effettiva, ma in questo caso cala drasticamente il requisito di anzianità contributiva (basteranno infatti appena cinque anni di versamenti). Restano però esclusi dal computo i contributi figurativi, mentre possono essere fatti valere quelli obbligatori, volontari e da riscatto.

L'assegno viene calcolato tramite l'applicazione al montante dei coefficienti di conversione in rendita, mentre la decorrenza parte il primo giorno del mese successivo a quello nel quale il contribuente ha compiuto l'età di accesso alla pensione.