Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 5 marzo 2019 vedono arrivare nuovi importanti aggiornamenti riguardo il numero delle richieste di accesso anticipato alla quiescenza tramite quota 100. Nel frattempo da Itinerari Previdenziali si cerca di fare il punto della situazione rispetto agli aspetti più interessanti dell'operazione ed ai possibili risvolti per i lavoratori. Infine, dai sindacati si evidenzia il rischio insito nel blocco del turn over per i prepensionamenti nella Pubblica Amministrazione, con la necessità di garantire maggiori risorse per il ricambio generazionale al fine di evitare che si arrivi alla compromissione dei servizi essenziali.

Riforma previdenziale 2019, oltre 80mila richieste di uscita con la Quota 100

Nella giornata di ieri sono arrivati i nuovi dati dell'Inps riguardo il numero delle richieste di accesso flessibile alla pensione tramite quota 100. Con l'aggiornamento delle ore 12:00 si è quindi superata la soglia delle 80mila richieste di accesso anticipato all'Istituto pubblico di previdenza. In particolare, il numero esatto di pratiche ammonta a 80.130, di cui 30.378 inoltrate da dipendenti della pubblica amministrazione e 27.569 dai dipendenti privati. Gli uomini restano tra coloro che hanno presentato più domande con oltre 58mila richieste di quiescenza, mentre le donne si sono fermate a 22.061.

Brambilla: 'Presto per dire che Quota 100 sia un successo'

Dall'Istituto di ricerca Itinerari Previdenziali arriva un nuovo editoriale a firma del presidente Alberto Brambilla, con il quale si fa il punto della situazione in merito alle nuove pensioni anticipate tramite quota 100. Secondo l'economista, è ancora presto per dire che la misura rappresenti un successo; prima di esprimere un giudizio è quindi meglio attendere qualche trimestre.

Nonostante ciò, emergono già alcune indicazioni sui costi dell'operazione (stimati attorno ai 28 - 32,5 miliardi di euro) e sulla staffetta generazionale (con aspettative di un discreto rimpiazzo tra giovani e anziani). Preoccupa invece l'effetto del nuovo divieto di cumulo, "che nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto bloccare l'esodo e darà invece luogo ad un incremento del lavoro irregolare".

Resta infine la questione della continuità del servizio nella PA, visto che "i 30,5 mila dipendenti pubblici che andranno a sguarnire settori vitali come la scuola, la sanità e anche l'Inps. Per questi neo pensionati la palla passa al Governo: certo che per fare lavorare i giovani, dover pagare lo stipendio doppio (uno al pensionato, uno al giovane) non ci pare un grande affare, tenuto conto altresì della grande perdita di professionalità nel trade off", conclude Brambilla.

L'allarme dei sindacati: con le uscite anticipate a rischio i servizi essenziali

I sindacati esprimono i propri dubbi in merito alle nuove pensioni flessibili tramite il "decretone" e lanciano un allarme sul rischio di "compromettere i servizi essenziali".

Ad evidenziarlo è la piattaforma unitaria formata da Cgil, Cisl e Uil durante un'audizione tenutasi presso la Camera dei deputati. Parlando della prossima discussione parlamentare, riconoscono che alcuni emendamenti servono per accelerare il turn over nella Pubblica amministrazione, ma spiegano che al momento non sembrano poter bastare perché "sussistono troppi vincoli di spesa che, a fronte del pensionamento di decine di migliaia di dipendenti, rischiano di compromettere la garanzia dei servizi essenziali".