Ancora critiche per la cosiddetta Quota 100 fortemente sbandierata dalla Lega ed entrata in vigore alcuni mesi fa. Se da un lato il famigerato sistema delle quote garantirebbe una copertura previdenziale a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi, dall'altro potrebbe causare un aumento del debito implicito fino a toccare i 30 miliardi di euro.

Per Calenda la Quota 100 va cancellata

A sostenerlo è l'ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda secondo il quale la misura in materia previdenziale va cancellata: "Quota 100 va cancellata.

È un provvedimento che ha un debito implicito di 30 miliardi di euro e che non ci possiamo permettere", ha affermato. Difatti, per finanziare l'intervento la nuova Legge di Stabilità entrata in vigore lo scorso primo gennaio ha provveduto a stanziare circa 4,7 miliardi di euro utili per garantire il pensionamento anticipato a circa 395 mila lavoratori che nel 2012 sono rimasti penalizzati dalle rigide norme dettate dalla Riforma Fornero. Tuttavia, secondo quanto affermato dallo stesso Calenda, le risorse messe a bilancio potrebbero non essere sufficienti.

Stando a quanto spiegato dall'agenzia di stampa "AGI", il debito implicito menzionato da Carlo Calenda si riferisce all'insieme di impegni futuri presi dallo Stato nei confronti dei cittadini in termini di prestazioni pensionistiche al netto dei versamenti contributivi.

Tuttavia, si tratta del debito che le casse statali saranno costretto a sopportare nel lungo periodo nei confronti dei futuri pensionati sulla base delle riforme fatte finora dall'esecutivo. Sempre secondo quanto affermato dallo stesso Calenda, aumentando il numero dei potenziali pensionandi per effetto della Quota 100, anche lo Stato sarà costretto ad aumentare la quantità di risorse riducendo al contempo la fonte di finanziamento del debito considerando il fatto che, uscendo dal mondo del lavoro, sempre meno persone pagheranno i contributi.

Debito implicito superiore ai 30 miliardi

Quota 100, infatti, potrebbe avere un notevole impatto sul debito implicito e ad affermarlo sono anche le recenti stime elaborate dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale secondo le quali il debito sarà costretto ad aumentare anche per via del congelamento dell'aumento dei requisiti adeguati all'aspettativa di vita (misura sperimentale fino al 2026).

Trattandosi di due misure in via sperimentale, il debito implicito potrebbe lievitare fino ai 38 miliardi di euro ma nel caso in cui gli interventi diventassero strutturali, l'aumento potrebbe toccare anche i 90 miliardi di euro. Intanto, è atteso il nuovo Documento di Economia e Finanza che entro martedì dovrà approdare in Consiglio dei Ministri: l'esecutivo potrà fissare l'asticella della crescita programmata fra lo 0,3 e lo 0,5%.