Il nome di Elsa Fornero, quando si parla di Pensioni, torna alla mente per la riforma previdenziale introdotta nell'ambito del decreto "salva Italia" del governo tecnico presieduto da Mario Monti. La sua, perciò, è, per molti versi, una voce influente quando c'è da approfondire temi legati al sistema previdenziale. Non a caso è stata interpellata da Uno Mattina Estate in merito a quello che è stato un vero e proprio allarme dettato da uno studio prodotto dalla Cgil. I quarantenni di oggi, ancora precari, rischiano, infatti, di andare in pensione a 73 anni e con un assegno modesto.

La professoressa ha provato perciò a fornire una soluzione che potrebbe mettere una pezza al futuro di una generazione che rischia di vedere la "pensione" come un miraggio, basando il suo ragionamento sulla possibilità di aumentare la tassazione in maniera progressiva senza alterare il costo del lavoro, che già oggi è troppo alto per le imprese italiane e poco competitivo in ambito internazionale.

La Fornero punta a più tasse per sostenere il sistema previdenziale

Elsa Fornero ritiene che la situazione potenzialmente complicata dei giovani in ottica pensioni abbia radici diverse da quelle dettate dalle norme previdenziali. E prova a spiegare in maniera chiara il suo punto di vista. "Il vero dramma - evidenzia - è il lavoro.

Se ad una persona non si offre altro che una vita di lavoro precaria, sfortunata e malpagata, è difficile che avrà una buona pensione. Se ce l'avrà sarà attraverso un intervento di tipo pubblico assistenziale. Questo è il principio su cui si basa il metodo contributivo che tutti elogiavano quando fu introdotto".

"La pensione - prosegue - è il riflesso del risparmio accumulato durante la vita lavorativa ed il presupposto è una vita lavorativa normale.

Se quest'ultima non è normale ci vuole un intervento di sostegno ed assistenza, che non deve essere finanziata con i contributi sociali (già troppi alti) che rendono il costo del lavoro in Italia poco competitivo, ma deve essere finanziato sulla tassazione generale".

Credendo poco ad un governo che punta su Flat Tax e abbassamento delle tasse, chiarisce poi la sua ricetta: "Chi è più ricco paga proporzionalmente di più".

Secondo Elsa Fornero, perciò, pagare i contributi di chi è disoccupato è possibile attraverso una nuova tassazione, magari ponendo come paletto il fatto che chi dovrà ricevere questo aiuto dovrà dimostrare di essere in contatto con i centri per l'impiego e di essere davvero alla ricerca di un lavoro.

La Fornero rifarebbe tutto quello che ha fatto

L'obiettivo di Lega e Movimento Cinque Stelle, una volta al governo, era quello di superare la legge Fornero. Attualmente l'obiettivo è stato raggiunto in maniera parziale e temporanea, attraverso la misura sperimentale denominata Quota 100. Molti dei paletti particolarmente stringenti individuati dall'allora governo Monti sono rimasti al loro posto e, secondo molti, sarebbero alla base di quella che potrebbe essere la situazione allarmistica in cui si trovano oggi i giovani precari in vista della possibilità di ottenere una pensione.

A precisa domande se lo rifarebbe l'ex Ministro è chiaro: "Se le circostanze si ripresentassero esattamente come allora lo rifarei". Il riferimento va naturalmente al fatto che al tempo i conti dell'Italia risultassero particolarmente complicati da rimettere in ordine e ci fu una necessità, per tutti, di "tirare la cinghia" in maniera significativa.