Il cantiere delle Pensioni resta sempre aperto e questo appare particolarmente vero in un momento come questo, nel quale si stanno gettando le basi per la prossima manovra. La legge di bilancio 2020 sarà ufficialmente discussa a partire da settembre, ma è chiaro che in queste settimane si stanno delineando i criteri per la sua impostazione generale. In tal senso, appaiono particolarmente significative le dichiarazioni rilasciate in settimana dal Sottosegretario Claudio Durigon durante un'intervista nella quale si sono toccate anche le dinamiche del sistema pensionistico.

Manovra 2020: dal Governo si manifesta l'intenzione di proseguire con le riforme del sistema previdenziale

Dopo l'avvio della quota 100 in tema pensionistico, si continuerà a lavorare in merito all'estensione della flessibilità previdenziale. Gli obiettivi del Governo gialloverde restano principalmente due: l'avvio della quota 41 per tutti e la proroga dell'opzione donna. Nel primo caso si tratta di rendere accessibile la pensione in senso universale indipendentemente dall'effettiva anzianità anagrafica maturata e senza applicare alcun tipo di penalizzazione. Il provvedimento è stato più volte annunciato dal Governo, ma non potrà essere realizzato nel breve termine. Prima di completare questo passaggio, Durigon ha infatti spiegato che bisognerà pensare alle lavoratrici garantendo l'opzione donna anche per tutto il 2020.

Proroga opzione donna verso il riconoscimento del lavoro di cura

Oltre a queste premesse, l'esponente leghista del Ministero del Lavoro ha spiegato che nella proroga dell'opzione donna al 2020 si effettuerà anche una valutazione di merito pensata per estendere la platea delle beneficiarie. L'idea è di riconoscere il lavoro di cura nella maturazione dei requisiti di legge, ad esempio garantendo dei bonus figurativi di sei mesi oppure di un anno per ogni figlio.

Ricordiamo che l'accesso alla pensione anticipata tramite opzione donna prevede la maturazione di almeno 58 anni di età (un anno in più se lavoratrici autonome) e di 35 anni di versamenti. Alle lavoratrici viene chiesto però di accettare il ricalcolo contributivo puro dell'assegno, che risulta maggiormente penalizzante rispetto a quello misto garantito attraverso il pensionamento ordinario.

Resta il fatto che le statistiche indicano in circa 15mila le donne che hanno già ottenuto il pensionamento anticipato tramite l'opzione donna, mentre l'assegno medio mensile erogato dall'Inps corrisponde a circa 1000 euro. Da quanto esposto, appare chiaro che la prospettiva per la legge di bilancio 2020 è di trovare al suo interno proprio la proroga dell'opzione donna, mentre la quota 41 per tutti potrebbe arrivare nella parte finale della legislatura.