Sul reddito di cittadinanza fin dal suo avvio si è fatto un gran discutere sul fatto che la misura dovesse essere destinata anche ai cittadini stranieri. Stranieri sì o stranieri no, solo ad italiani o anche ad extracomunitari, nessuno ha dimenticato le polemiche iniziali sulla misura, soprattutto quelle leghiste. Proprio la Lega in zona Cesarini ha prodotto un emendamento al decretone che ha prodotto un inasprimento degli adempimenti a cui sono soggetti gli stranieri che hanno richiesto il reddito di cittadinanza: l'emendamento ha corretto il testo della misura ma per completare il suo iter serve un decreto attuativo ma dopo mesi questo decreto è ancora assente e la crisi di governo non aiuta questo completamento.

Nel frattempo le domande di reddito di cittadinanza presentate da cittadini stranieri risultano ferme all'INPS.

Il Rdc per cittadini extracomunitari, come funziona?

Come dicevamo, il reddito di cittadinanza è una misura che si rivolge tanto a cittadini italiani che a comunitari o extracomunitari. Il primo vincolo, quello più importante, è la residenza: per tutti è assolutamente necessario che la residenza in Italia sia da 10 o più anni. Non bastasse questo vincolo, che naturalmente esclude una gran fetta di stranieri oggi in Italia, l'emendamento della Lega ha imposto anche un nuovo paletto, ovvero che per gli extracomunitari è necessario che la documentazione da allegare alla domanda sia corredata da una certificazione relativa a reddito e composizione del nucleo familiare nel Paese di origine.

In pratica, è necessario che lo Stato di appartenenza rilasci certificazione su patrimonio e redditi che il richiedente ha nel Paese di appartenenza. Inoltre serve il certificato di stato di famiglia. Documentazione che hanno dovuto richiedere e produrre tutti i richiedenti stranieri.

Il decreto di attuazione

La certificazione deve essere rilasciata dalle autorità competenti di ciascun Stato e vidimate dal consolato in Italia, oltre naturalmente ad essere tradotte in Italiano.

Un obbligo che però non vale per tutti gli Stati, perché lo stesso emendamento ha previsto che tale adempimento non va completato da chi proviene da Stati dove è oggettivamente impossibile ottenere la certificazione richiesta: il problema è che l'elenco di questi Stati deve essere predisposto via decreto attuativo che, come già detto, non è ancora stato approntato.

Adesso in attesa dell'atto di governo, che è reso più complicato dalla crisi dell'esecutivo, l'INPS ha bloccato tutte le istanze sospendendole a data da destinarsi. Un provvedimento resosi necessario e predisposto di concerto con Ministero del Lavoro e Ministero degli Esteri.