Il meccanismo della Quota 100 sbandierato dalla Lega potrebbe continuare la sua sperimentazione altri due anni mentre a partire da dopo il 2021, la misura potrebbe essere cancellata definitivamente. È quanto si evince dal compromesso fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che ormai da giorni lavorano sui provvedimenti da inserire nella nuova Legge di Stabilità.

Pd e M5s alla ricerca di un compromesso

Si tratta di uno dei tanti obiettivi del nuovo Governo giallo-rosso al fine di reperire le risorse necessarie che potranno essere utilizzate per evitare l'aumento dell'Iva previsto per il 2020 oltre alla proroga dell'Ape Sociale la cui scadenza è fissata per il 31 dicembre 2019.

Come ormai noto, la Quota 100 introdotta con la precedente Legge di Bilancio, consente di anticipare l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica con 38 anni di versamenti contributivi ma, stando a quanto riporta il quotidiano "La Repubblica", il Governo Conte-bis potrebbe permettere il proseguimento della sperimentazione fino al termine previsto anche se con molta probabilità verranno ridotte le finestre di uscita.

Solo dopo, infatti, potrebbe prendere piede la proroga dell'Ape Sociale già introdotta in via sperimentale dal Governo Renzi e che, invece, garantisce ai potenziali beneficiari un sussidio ponte pari a 1.500 euro mensili a condizione di aver raggiunto la soglia dei 63 anni di età anagrafica unitamente ai 36 anni di contribuzione effettiva.

Tuttavia, il Pd e il Movimento 5 Stelle sembrano divisi su due fronti: il partito di Nicola Zingaretti mira all'eliminazione immediata della Quota 100 che permetterebbe di ottenere risparmi per oltre i 20 miliardi di euro previsti per tre anni mentre per i pentastellati la misura non si deve toccare. Ed è per questo motivo che si è in ricerca di un compromesso che possa lasciar proseguire la sperimentazione della Quota 100 per altri due anni per poi non provvedere alla proroga.

Circa 176 mila domande presentate

Alla proposta del Partito Democratico sembrerebbero favorevoli anche la Commissione Europea e la Corte dei Conti preoccupati dagli ingenti oneri che la misura comporta per le casse statali anche se, stando a quanto riferisce l'agenzia di stampa "Ansa", il numero delle domande presentate per l'accesso alla pensione anticipata sono arrivate a circa 176 mila, un numero decisamente inferiore rispetto a quanto preventivato dal precedente Governo: circa 130.315 sono le istanze presentate dagli uomini contro le 45.680 richieste avanzate dalle donne.

Inoltre, stando ai dati diramati dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, la maggior parte delle richieste è pervenuta dai dipendenti del settore privato. "Soddisfatti di Quota 100? Sì, se vuol dire ad esempio che non è esplosiva per i conti pubblici", ha spiegato il Presidente dell'Inps Pasquale Tridico.