La campanella del primo giorno scolastico è suonata ormai da un po' ma la metà delle cattedre sono ancora vuote. Durante la scorsa estate - ricordiamo - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze aveva dato il via libera alla copertura di 53.627 posti. Dagli ultimi dati che riguardano le procedure di copertura delle cattedre, però, ad oggi risulta essere stato coperto soltanto il 50.9% dei posti.
Scuola: le cattedre sono ancora scoperte
La Scuola è cominciata in tutte le scuole italiane, tuttavia è ancora emergenza supplenti. I sindacati legati al mondo scolastico, difatti, hanno divulgato la notizia secondo la quale sono ancora molte le cattedre che risultano scoperte a distanza di quasi una settimana dall'inizio.
La Campania si è rivelata la regione con una percentuale maggiore di reclutamenti, mentre un numero alto di posti vuoti resta in Piemonte, Veneto e Lombardia. Lo slittamento dei concorsi, e con essi la possibilità per gli insegnanti di ottenere il ruolo e di stabilizzarsi, ha portato alla suddetta situazione di emergenza e, di conseguenza, ad una lotta persa contro il precariato. Anche quest'anno, inoltre, la modalità di assunzione e di convocazione degli insegnanti precari procede lentamente con dei notevoli disagi: oltre alle cattedre ancora vuote, i docenti precari restano ancora a casa in attesa di una chiamata; in più il solito caos nelle segreterie delle istituzioni scolastiche.
Brescia: in tilt il sistema, precari a casa
La provincia di Brescia, in Lombardia, quest'anno ha sperimentato un nuovo sistema di convocazione centralizzato dei docenti che prevede, per l'appunto, una chiamata unitaria dei precari a cui assegnare una cattedra fino a un tale punteggio. Nella giornata di ieri sarebbero dovute cominciare le convocazioni per alcune classi di concorso, tuttavia qualcosa non ha funzionato e i reclutamenti dei docenti sono stati rimandati a nuova data.
Le convocazioni previste per le altre classi di concorso sono confermate, ma il disagio c'è stato con conseguenti rallentamenti sul funzionamento della nuova procedura. Intanto gli insegnanti sono ancora a casa e rischiano di entrare in classe ben oltre la fine di settembre. L’obiettivo del nuovo sistema, già sperimentano lo scorso anno nella provincia di Pisa, sarebbe invece proprio quello di accelerare i tempi e garantire più trasparenza nell'assegnazione dei posti.
Risulta sempre più improbabile, però, terminare tutte le operazioni entro fine settembre, come promesso. Una vera e propria corsa contro il tempo, resa ardua dalla procedura informatizzata che ha manifestato i primi problemi da risolvere.