Il dibattito sul comparto previdenziale e sulle proposte di riforma della flessibilità in uscita dal lavoro si è arricchito recentemente di una nuova proposta, pensata per coinvolgere tutta la platea dei lavoratori. Si tratta dell'ipotesi del senatore Tommaso Nannicini, presentata presso la Commissione lavoro e previdenza sociale. Il punto forte della proposta di legge consiste nel fatto che il meccanismo di flessibilizzazione suggerito non si rivolge solo ad una specifica categoria di lavoratori o ad una parte della platea, ma a tutti coloro che avranno maturano i requisiti previsti.

L'ipotesi di aprire la pensione anticipata a tutti dai 64 anni di età e 20 anni di versamenti

Nella pratica, l'esponente Dem propone un'ipotesi utile a superare l'attuale rigidità nei requisiti di accesso all'Inps e contemporaneamente di ovviare ai difetti insiti all'interno di misure sperimentali come la quota 100 e l'opzione donna. L'ipotesi prevede infatti di aprire potenzialmente le porte dell'Inps a tutti i lavoratori che abbiano maturato almeno 64 anni di età e 20 anni di versamenti, contro gli attuali 67 anni di età richiesti dalla cosiddetta pensione di vecchiaia. In questo modo, rispetto ad altri meccanismi di prepensionamento che richiedono la maturazione di almeno 35 anni di versamenti, si estenderebbe l'accesso all'Inps anche a coloro che hanno avuto una carriera precaria o discontinua.

Allo stesso tempo, i costi per le casse pubbliche resterebbero contenuti in virtù del ricorso al calcolo contributivo dell'assegno. Un fattore, quest'ultimo, che consentirebbe anche di mantenere in essere l'equità tra i lavoratori.

Il superamento dei problemi presenti con la quota 100 e l'opzione donna

Nella pratica questa proposta avrebbe il vantaggio di superare il problema dello scalone che si verrà a creare con il termine della sperimentazione legata alla quota 100.

Quest'ultima si concluderà infatti al 31 dicembre 2021. Con la nuova ipotesi di uscita dai 64 anni di età e 20 anni di versamenti si andrebbe quindi a compensare la chiusura dell'operazione voluta dal governo giallo-verde per i lavoratori rimasti ingiustamente esclusi. Allo stesso tempo si potrebbe intervenire anche sull'opzione donna garantendo la proroga e facendo salire così il requisito anagrafico di 12 mesi per ogni anno, fino al raggiungimento dei 64 anni nel 2028.

Il tutto mantenendo in essere la possibilità di ottenere la pensione anticipata anche con le vecchie regole della legge Fornero, pertanto a partire dai 42 anni e 10 mesi di versamenti (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall'effettiva età anagrafica maturata dal lavoratore.