Arrivano nuovi aggiornamenti in merito al caso dei lavoratori esodati e alla necessità di un intervento di salvaguardia da inserire all'interno della prossima legge di bilancio 2020. I precedenti interventi di tutela non sono infatti riusciti a salvaguardare tutti i cittadini rimasti senza lavoro ed al contempo senza l'assegno dell'Inps. Per questo motivo, i comitati si mobilitano per far sentire nuovamente la loro voce in vista della prossima manovra.

I lavoratori esodati si preparano a scendere in piazza il prossimo 9 ottobre

Stante la situazione, per rivendicare la necessità di tutela i lavoratori esodati stanno organizzando una nuova mobilitazione alla quale hanno già aderito decine di persone.

Nella pratica, il prossimo 9 ottobre 2019 prenderanno forma due diversi presidi presso il Ministero del Lavoro ed il Ministero dell'Economia. "Abbiamo inviato le nostre richieste e chiesto incontri ai 2 ministeri da metà settembre" spiega il Coordinatore dei Comitati Claudio Ardizio, evidenziando però che i lavoratori sono ancora in attesa di risposte. "Dalle segreterie dei ministeri e dei sottosegretari ci dicono che finora nessuna delega è stata assegnata ai sottosegretari e durante la giornata del presidio riceveremo risposte sul numero di componenti per la delegazione sia dal Ministero del Lavoro, sia dal Ministero dell'Economia e delle Finanze".

L'invito alla partecipazione ai 2 presidi

Stante la situazione, dal coordinatore dei comitati degli esodati si invita tutti i soggetti potenzialmente interessati dalla misura di tutela (così come i lavoratori che sono già rientrati nelle precedenti salvaguardie) a partecipare all'iniziativa, per chiedere di porre finalmente alla questione attraverso una salvaguardia definitiva.

Le richieste dei lavoratori prevedono la riapertura dell'ottava salvaguardia in favore dei lavoratori rimasti finora esclusi, con il contestuale congelamento dell'adeguamento all'aspettativa di vita. In alternativa si richiede la costituzione di un'APE sociale pensata in modo specifico per gli esodati con 62 anni di età e almeno 30 anni di versamenti (che si raggiungono tramite la pace contributiva, con un bonus di un anno per ogni figlio in favore delle donne).

Infine, si richiede anche la possibilità di far valere il cumulo dei versamenti tra le gestioni ordinarie dell'Inps e la gestione separata. Una misura che va estesa alla salvaguardia vera e proprio così come all'APE sociale. Per tutti questi provvedimenti, si chiede l'impiego degli oltre 500 milioni di euro di risparmi risalenti alle precedenti salvaguardie, che possono quindi essere destinati alle coperture delle nuove opzioni di tutela.