Assegni di pensione ancora da tartassare. Dalle mosse del secondo Governo Conte non rientra tra le priorità quella di prendere in carico gli assegni pensionistici e il cuneo fiscale, in vista della legge di Bilancio 2020, rimane un miraggio. Sedici milioni di pensionati vedranno le loro Pensioni perdere di potere di acquisto già nel corrente triennio e fino al 2021, con perdite più marcate per ogni anno successivo. L'analisi dell'andamento degli assegni di pensione è stato fatto dalla Fnp-Cisl che ha preso in esame le pensioni nette di 1.600, 1.700 e 1.900 euro: la mancata rivalutazione degli assegni all'inflazione alle pensioni superiori a tre volte il minimo eroderà fino a circa 500 euro i mensili di milioni di pensionati.

Pensioni: assegni mensili in perdita, ultime novità di oggi

Si tratta del meccanismo dell'adeguamento delle pensioni all'inflazione studiato dal Dipartimento delle politiche previdenziali e del fisco della Fnp-Cisl sugli assegni pensionistici fino a tre volte l'importo delle pensioni minime. Leggendo i numeri relativi a quanto si perde mensilmente secondo la Cisl, si scopre che il mancato adeguamento degli assegni pesa per le pensoni fino a 1.600 euro netti mensili (con pensione lorda a 2.100 euro) nel 2019 per 4,67 euro. Nel prossimo anno, la perdita salirà a 10,74 euro al mese e nel 2021 a 20,51. In totale, chi prende una pensione fino a 1.600 euro, nel triennio 2019-2021 perderà 467 euro e, a partire da ciascun anno successivo, 267 euro.

Con l'indice definitivo di rivalutazione calcolato dall'Istat per il 2019 pari all'1,1 per cento e l'indice previsionale riportato nell'ultimo Documento di economia e finanza per il 2020 pari all'1,4 per cento e del 2,2 per cento nel 2021, le pensioni nette di 1.700 euro andranno incontro ad una perdita ancora più consistente.

Infatti, per chi prende 2.300 euro di pensione lorda, la perdita mensile per il 2019 è di 4,96 euro, in aumento nel 2020 a 11,50 e nel 2021 a 21,76. In totale nel triennio 2019-2021 la perdita sarà di 496 euro e per ogni anno successivo di 283 euro.

Pensioni: riduzione nel triennio 2019-2021 e a partire dal 2022 anche per Quota 100

Ancora più marcata sarà la perdita degli assegni di pensione nel triennio in corso e a partire dal 2022 per chi prende mensili di 1.900 euro netti, corrispondenti a 2.500 euro lordi, una parte dei quali riguardano le pensioni medie di Quota 100. Infatti, nell'anno in corso, la perdita al mese è di 5,24 euro, in aumento nel 2020 a 12,05 euro e a 23,01 nel 2021. Nel totale del triennio, per questo scaglione la riduzione dell'assegno sarà di 524 euro e, per ogni anno successivo e cioè a partire dal 2022, si perderanno 299 euro all'anno. Il meccanismo della mancata rivalutazione delle pensioni è dal 2011, ovvero dall'introduzione della riforma Fornero, che fa perdere soldi negli assegni pensionistici soprattutto per le pensioni medie, quelle cioè fino a tre volte il minimo di pensione, con un impatto più importante anche per le pensioni di importo superiore. Inoltre, su pensioni annue lorde di tre volte il minimo (cioè fino a 20.007 euro), in Italia pesa l'Iper per il 20 per cento, corrispondenti a 4 mila euro.