Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 24 ottobre 2019 vedono emergere nuovi commenti dai tecnici in merito alla sostenibilità del sistema previdenziale pubblico e delle uscite anticipate tramite la quota 100. Resta però l'intento del governo nel confermare la misura, ed anzi si parla già di avviare un nuovo confronto con le parti sociali per trovare una soluzione di continuità al fine di garantire la flessibilità previdenziale al termine della sperimentazione.
Il report di Itinerari Previdenziali e l'ultimo commento relativo alla quota 100
Dall'Istituto di ricerca "Itinerari previdenziali" arriva un nuovo report in merito al sistema pensionistico italiano, che risulterebbe in via di rafforzamento nel parametro tra lavoratori attivi e pensionati.
Quest'ultimo si è portato infatti ad 1,435. Si tratta del dato migliore dell'ultimo ventennio. Continua però a persistere il peso delle nuove pensioni anticipate tramite la quota 100, il meccanismo che consente l'uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni di età e almeno 38 anni di versamenti. Secondo quanto riportato all'interno del nuovo dossier, le ultime rilevazioni "nel complesso certificano quindi la tenuta del sistema, almeno fino al 31 dicembre 2018: resta però ancora da valutare l’impatto di Quota 100 sia sul numero complessivo dei pensionati sia sul delicato e fondamentale rapporto tra attivi e pensionati".
I dubbi del Fondo Monetario Internazionale: serve allungare le vite lavorative
Negli scorsi giorni è arrivato un nuovo report sull'invecchiamento della popolazione italiana e sulla tenuta del sistema previdenziale pubblico da parte del Fondo Monetario Internazionale. All'interno della relazione è stata evidenziata la necessità di mantenere i lavoratori più a lungo nel mercato del lavoro, un suggerimento in evidente controtendenza rispetto alla discussione dell'esecutivo sulla quota 100 e sulle altre forme di allentamento dei criteri di quiescenza.
Secondo i tecnici internazionali, l'Italia è chiamata ad affrontare un problema di invecchiamento della popolazione, visto che il peso della previdenza e del welfare sulla spesa pubblica crescerà di 2 punti percentuali di PIL (Prodotto Interno Lordo) entro il 2050. Per questo motivo "bisogna concentrarsi su riforme che colmino i divari di genere nella partecipazione alla forza lavoro e incoraggiare le persone ad allungare le loro vite lavorative produttive".
Il Governo pronto a valutare con i sindacati la flessibilità previdenziale dopo quota 100
Nel frattempo il nuovo esecutivo giallo-rosso ha confermato la prosecuzione della sperimentazione quota 100, avvallando la legge di bilancio 2020 senza interventi correttivi sulla misura. Ed anzi, dal governo si evidenzia l'idea di impostare un programma di lungo periodo per poter garantire delle nuove opzioni di flessibilità dopo il 2021. Lo evidenzia il Sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, che ha indicato la decisione di "aprire con i sindacati dopo la sessione di bilancio un nuovo confronto, per trovare da subito la soluzione da dare alla conclusione della sperimentazione quota 100".