Mentre a Palazzo Chigi continuano i lavori per gli ultimi ritocchi alla manovra economica e finanziaria per il 2020 che la prossima settimana dovrebbe approdare in Parlamento, continua senza sosta il dibattito politico, economico e sindacale sulla riforma delle Pensioni e in particolare sulla Quota 100, la misura introdotta in via sperimentale per tre anni dal precedentemente governo 'gialloverde' e che viene adesso confermata dall’esecutivo 'giallorosso' seppur tra le divisioni all’interno della maggioranza. E’ in particolare Italia Viva, il nuovo movimento politico fondato da Matteo Renzi dopo la scissione nel Partito Democratico, a provocare discussioni in seno alla compagine che sostiene l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte.
Su questo tema, intanto, in occasione della puntata di Porta a Porta di questo 23 ottobre, si è espresso anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Pensioni, nuovo intervento del segretario del Partito democratico
Ad esprimersi contro la Quota 100 è stato anche il ministro per le Politiche agricole Teresa Bellanova. I renziani chiedono sostanzialmente a tamburo battente l’abolizione e annunciano un emendamento alla legge di Bilancio 2020 durante l’esame parlamentare. Il presidente del Consiglio e altri autorevoli esponenti della maggioranza continuano però a rassicurare sulla prosecuzione della pensione anticipata a 62 anni con 38 anni di contributi. Garanzie del capo del governo sono arrivate anche sulla proroga del regime sperimentale di Opzione donna.
Si fa sentire oggi sulla questione previdenziale anche la voce del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti che condivide in sostanza la linea espressa dal ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, peraltro membro del suo stesso partito.
Zingaretti: ‘Interrompere all'improvviso Quota 100 crea ingiustizie’
"Gualtieri – ha detto il leader del Pd parlando della Quota 100 durante la registrazione di Porta a Porta su Rai 1 - è stato molto chiaro: interrompere all'improvviso questo processo avrebbe creato ingiustizie, era giusto trovare un compromesso”.
Il compromesso trovato è quello che prevede intanto di far proseguire la sperimentazione per i tre anni e farla giungere a conclusione.
Nel frattempo, come ha spiegato oggi il sottosegretario del Mef Pier Paolo Baretta, avviare il confronto con i sindacati per capire quali siano le migliori soluzioni per garantire una maggiore flessibilità in uscita senza mettere a rischio i conti pubblici e valutando bene anche la diversa tipologia dei lavori svolti. “Quando si dice governo di coalizione – ha sottolineato il segretario del Partito Democratico intervistato da Bruno Vespa - significa che nessuno può fare il furbo".