Dopo la pubblicazione della NaDef, l'attenzione dei lavoratori e di coloro che sono in attesa di maggiore flessibilità nell'accesso all'Inps si sposta verso la legge di bilancio 2020. La bozza del provvedimento di legge dovrà arrivare nelle prossime settimane all'attenzione del Parlamento per l'avvio della discussione che porterà all'approvazione finale entro il 31 dicembre 2019. Il passaggio è fondamentale perché all'interno del dispositivo di legge verranno inseriti anche i nuovi interventi di tutela previdenziale.

Nel 2020 le pensioni anticipate passano per la proroga di opzione donna e APE social

Ormai giunti nell'ultimo trimestre dell'anno quelle che sono le linee guida dell'intervento del nuovo governo giallorosso sul comparto previdenziale risultano piuttosto definitive. Per le lavoratrici che attendono la proroga dell'opzione donna si prospetta un'estensione di un anno della misura. Salvo nuovi interventi sui parametri di fruizione, l'uscita sarebbe così garantita a tutte coloro che raggiungono i 58 anni di età (59 anni se lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti. Sulla pratica pesa però il ricalcolo interamente contributivo dell'assegno (molto penalizzante soprattutto al di sotto dei 60 anni di età).

Per quanto concerne invece la proroga dell'APE sociale, in questo caso si potrebbe prospettare una vera trasformazione in senso strutturale del provvedimento. La misura consente il prepensionamento a partire dai 63 anni di età e con almeno 30-36 anni di versamenti negli specifici casi di tutela previsti dal legislatore.

La conferma della quota 100 e l'attesa sulle altre misure

Tra i provvedimenti che vedranno un'importante conferma c'è poi anche la quota 100, che risulta in scadenza al 31 dicembre 2021 consentendo l'accesso anticipato all'Inps a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti. Circa le possibili modifiche, si attende il riconoscimento del lavoro di cura per le donne (dal CODS si domanda una quota 100 rosa con il parametro contributivo portato a 36 anni).

Per i giovani inseriti nel sistema contributivo puro c'è invece la richiesta dei sindacati per l'istituzione di una pensione di garanzia, che dovrebbe agire soprattutto in favore di coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue. In questi casi non è infatti prevista alcuna integrazione al minimo e l'età di accesso all'Inps rischia di slittare verso i 70 anni di età (per via dell'adeguamento all'aspettativa di vita). Tra i vari provvedimenti in attesa c'è poi la proroga dell'APE volontaria, l'estensione della quota 41 per i lavoratori precoci e la salvaguardia dei lavoratori esodati. Il tutto nella cornice del pressing in atto da parte dei pensionandi e dalle parti sociali per il superamento della legge Fornero. Un obiettivo ambizioso e risalente già alle discussioni tenutesi con i precedenti esecutivi, ma che finora non ha ancora trovato pieno accoglimento.