Sulla riforma delle pensioni si appresta a iniziare il suo percorso certamente tortuoso il tavolo di confronto tra l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e le organizzazioni sindacali più rappresentative come Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente guidate da Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. L’obiettivo di Governo e sindacati è quello di raggiungere un accordo per modificare la legge Fornero introducendo nel sistema nuovi elementi di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro per l’accesso a nuove forme di pensione anticipata, come per esempio si è fatto con Quota 100, Ape social e Opzione donna introdotte in via sperimentale ma destinate a concludersi dopo la sperimentazione, salvo ulteriori proroghe.
Pensioni, la prossima settimana inizia il confronto tra governo e sindacati
Al momento, le posizioni tra l’esecutivo e le parti sociali non sono per niente vicine, anzi appaiono molto distanti. Le organizzazioni sindacali propongono di iniziare dai 62 anni tenendo in considerazione anche i lavori gravosi e il lavoro di cura potenziando i fondi. Dall’altro lato, l’esecutivo che punta a una misura che sia più equa e meno costosa della Quota 100 che consente l’accesso al trattamento previdenziale a partire da 62 anni con 38 anni di anzianità contributiva, questo perché l’attuale soluzione ha in particolare favorito il prepensionamento di dipendenti pubblici uomini penalizzando le donne, in pratica ne hanno beneficiato soprattutto gli impiegati statali che hanno una carriera lavorativa continuativa.
Quattro i punti della riforma delle pensioni proposti dalle parti sociali
Nel corso della riunione del 27 gennaio, in ogni caso, ci si dovrebbe limitare a programmare l’agenda stabilendo gli appuntamenti sui quattro temi principali posti a più riprese dalle organizzazioni sindacali che ormai da diverso tempo, sulla riforma delle pensioni, si muovono in maniera compatta, tanto da aver presentato una piattaforma unitaria sulla previdenza che prevede, tra l’altro, l’istituzione della Quota 41 per i lavoratori precoci.
Le quattro questioni poste da Cgil, Cisl e Uil al governo sono: la rivalutazione degli assegni in essere, la flessibilità in uscita dal lavoro, le Pensioni di garanzia per i giovani e la previdenza complementare. Inoltre, secondo quanto si apprende dall’agenzia di stampa Ansa, al tavolo di confronto con il governo giallorosso le organizzazioni sindacali porranno anche le questioni del fondo integrativo degli esattoriali e de part-time verticale oltre a quella degli esodati restanti dopo la legge Fornero varata nel 2011 dal Governo monti con il sostegno parlamentare della maggioranza di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia e che escludeva la Lega, da sempre contraria alla riforma che ha innalzato drasticamente l’età pensionabile e introdotto pesanti penalizzazioni sulle pensioni anticipate.
Al tavolo di confronto sulle pensioni anche il presidente dell’Inps Tridico
Alla riunione convocata dal ministro Nunzia Catalfo nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali comunque parteciperanno anche il presidente dell’Istituto Nazionale per la previdenza sociale e dirigenti del ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Roberto Gualtieri. Diversi i nodi da sciogliere, soprattutto sul piano finanziario. Al di là delle buone intenzioni, bisognerà trovare le risorse per far fronte alle spese necessario per attuare le modifiche alla legge Fornero. Il percorso del tavolo di confronto, in particolare su questo punto, si preannuncia tutto in salita.