Prenderà il via nelle prossime settimana la verifica politica sulla riforma delle Pensioni tra l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte e le organizzazioni sindacali che in questo mese di febbraio si sono riuniti più volte per elaborare le proposte e tentare di trovare la quadra anche sulle coperture finanziarie. Oggi, tra l’altro, nella sede del ministero del Lavoro e della Politiche sociali in via Flavia a Roma, si è svolto l’ultimo degli incontri tecnici tra governo e sindacati, in particolare all’ordine del giorno c’era il confronto sulla previdenza complementare.

Secondo quanto riferito oggi da fonti sindacali alle agenzie di stampa ,l’appuntamento per dare il via alla verifica su quanto discusso finora è venerdì 13 marzo. Conclusa dunque la prima fase di incontri tecnici inizierà a marzo la nuova fase di incontri politici.

Pensioni, sindacati: la vera trattativa con il governo partirà con gli incontri politici

Dopo gli incontri tecnici su previdenza complementare, flessibilità in uscita dal lavoro, pensioni di garanzia per i giovani e rivalutazione degli assegni in essere, il 13 marzo si farà quindi il punto della situazione sul piano politico. La sede del confronto, ancora una volta, sarà il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali guidato da Nunzia Catalfo, del Movimento 5 stelle.

Le organizzazioni sindacali si attendono adesso puntuali risposte sulle questioni poste al tavolo di confronto. I segretari confederali di Uil, Cisl e Cgil, rispettivamente Domenico Proietti, Ignazio Ganga e Roberto Ghiselli hanno dichiarato oggi, nel corso di una conferenza stampa, che la vera trattativa per rivedere il sistema previdenziale in maniera strutturale, superando così la tanto contestata riforma Fornero varata nel 2011, partirà con gli incontri politici che si terranno il mese prossimo.

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’esecutivo una "sintesi politica ai massimi livelli" entro la fine di marzo. I sindacati hanno inoltre sollecitato l’istituzione delle commissioni sulla separazione tra previdenza e assistenza e sui cosiddetti lavori gravosi.

I sindacati hanno illustrato oggi le proposte fatte al governo sulla riforma pensioni

A conclusione della riunione di oggi dedicata alla previdenza complementare, i sindacalisti hanno illustrato le proposte presentare all’esecutivo. Tra le richieste l’apertura di un tavolo operativo tra l’Inps e il ministero del Lavoro per il contrasto all’evasione contributiva. Chiesti anche incentivi per l’adesione ai fondi pensioni negoziali e a tal proposito anche una campagna pubblicitaria. Proposta pure la riduzione delle tasse sui rendimenti annuali che, come si ricorderà, erano state aumentate dall’11% al 20% dal governo guidato da Matteo Renzi e ancora non modificate dai governi che si sono succeduti; su questo punto, in particolare, si chiede l’armonizzazione della tassazione con quella dei fondi comuni di investimento.

I sindacati hanno chiesto inoltre un intervento normativo finalizzato a favorire le adesioni di alcune categorie di lavoratori esclusi al fondo Sirio Perseo; in particolare le categorie cui si fa riferimento sono quelle prefettizie, le carriere diplomatica, avvocati dello Stato, magistrati, docenti universitari e lavoratori nel comparto sicurezza.

Fondo complementare pubblico per le pensioni gestito dall’Inps? Il no delle parti sociali

Durante la conferenza stampa di oggi, il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ha ribadito che le organizzazioni sindacali sono contrari all’affidamento all’Inps della gestione di un fondo complementare pubblico. Bocciata dunque la proposta avanzata nelle scorse settimane dal presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, Pasquale Tridico, molto vicino ai Cinquestelle. Sulla questione, come ha spiegato Proietti nel corso dell’incontro con i giornalisti, l’esecutivo si è riservato di formulare una risposta all’incontro di venerdì 13 marzo.