"In Italia mancano i medici". Una frase che spesso si sente ripetere è diventata in breve tempo una convinzione difficile da estirpare. Specialmente negli ultimi mesi, con l'emergenza Covid in corso, per molti l'accesso libero alla facoltà di medicina sembrava essere l'unica soluzione accettabile a questa problematica. Ma la realtà non è così semplice come appare. In Italia infatti non mancano i camici bianchi (i medici abilitati in realtà sono tanti), mancano, invece, le borse di specializzazione e di conseguenza i medici specializzati da poter inserire nell'organico delle strutture ospedaliere.

Per questo, oggi 27 maggio, tanti giovani medici si sono riuniti a Roma in piazza Montecitorio per richiedere un aumento dei contratti di formazione specialistica e la riforma della legge 368/99.

La manifestazione

La manifestazione promossa da ALS, Associazione Liberi Specializzandi, ha coinvolto numerose altre associazioni e sindacati ed è riuscita a portare in piazza tanti giovani medici dal futuro incerto a causa del cosiddetto “imbuto formativo”.

“Siamo studenti di medicina, medici abilitati, specializzandi riuniti qui perché fortemente preoccupati per il futuro della Sanità italiana in quanto mancano già adesso gli specialisti", afferma Gabriella Di Pietro.

“Negli ultimi anni il governo non ha stanziato sufficienti fondi per le borse di specializzazione medica- continua Di Pietro - e questo ha portato ad un enorme imbuto formativo.

Noi chiediamo lo stop a questa situazione, chiediamo la riforma della legge 368/99 che miri innanzitutto a stabilire che per ogni laureato in medicina corrisponda una borsa e che soprattutto non si utilizzi più il termine 'borsa', ma quello di 'contratti formazione lavoro' in quanto non più studenti, ma medici e quindi lavoratori in formazione specialistica”.

Il mondo politico disponibile al dialogo

“Una protesta giusta - spiega la deputata PD Elena Carnevali, intervenuta in piazza - nonostante il grande sforzo del Governo che per il solo anno 2020 ha finanziato 5400 borse di specialità in più. Quest'anno saranno oltre 20mila i candidati, ma non tutti potranno accedere ai corsi di specializzazione.

Sono professionisti fondamentali per rafforzare stabilmente il nostro sistema sanitario e supplire al vuoto dei pensionamenti”. Il Mes, sempre secondo Carnevali, potrebbe essere una soluzione con i suoi 37 miliardi stanziati per la sanità. Un'opportunità che non dovrebbe essere ostacolata, sottolinea la deputata, da divergenze ideologiche perché questi uomini e donne rappresentano l'architrave del SSN. “Ormai è giunto il momento - conclude Carnevali - di portare a compimento una riforma per dare un futuro alla nostra Sanità”.

ALS sulla sua pagina ufficiale Facebook fa sapere che “non arretrerà di un millimetro finché le belle promesse non diventeranno fatti reali e concreti nel breve tempo”. In caso contrario l'associazione ha già annunciato di essere pronta a scendere nuovamente in piazza.