Torniamo ad approfondire il punto di vista dei business leader italiani con un’intervista a Gabriele Scibilia, general manager di Flashpoint, società che si occupa di consulenza e formazione per la gestione e il trasporto di sostanze, miscele, articoli e rifiuti pericolosi.
Iniziamo facendo il punto della situazione rispetto all’emergenza Covid-19. Quali sono state le problematiche principali alle quali avete dovuto fare fronte come società di consulenza dopo lo scoppio dell’epidemia?
L’epidemia ha notevolmente cambiato gli scenari operativi anche per una società di consulenza come Flashpoint, che è stata chiamata ad affrontare e risolvere numerose situazioni prevalentemente di tipo organizzativo.
Siamo uno dei leader di mercato nell’ambito della consulenza e formazione per la gestione e il trasporto di sostanze, miscele, articoli e rifiuti pericolosi. La società è plurisede. In questo senso è partita avvantaggiata avendo già procedure, strumenti e personale addestrato per lo smart working.
A livello pratico quali accorgimenti avete attuato inizialmente?
Quando in tempi ristretti abbiamo dovuto prendere le opportune misure, abbiamo fatto il passaggio allo smart working per le sedi di Monza e Padova, già dal 24 febbraio. Dal 2 marzo poi abbiamo adottato la stessa modalità anche nella sede centrale di Cascina (PI), continuando ad assicurare ai clienti tutti i necessari servizi allo stesso livello qualitativo.
Un altro adattamento che abbiamo dovuto gestire in tempi rapidi è stato il modificarsi della domanda, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Alla flessione delle chiamate dalle aziende che hanno ridotto o fermato la propria attività ha fatto da contraltare la crescente richiesta da parte di quelle che, per codice Ateco, sono rimaste attive o che hanno ripreso qualche attività per riconversione produttiva.
E cosa ha significato tutto ciò per il vostro business?
Questo ci ha ovviamente impegnato nel distribuire diversamente le risorse e le competenze, monitorando costantemente gli impegni, e ad attuare tutte le necessarie tecniche di livellamento dei picchi, il che ci ha consentito, per esempio, di fare brillantemente fronte a una crescente e importante domanda di consulenza di prodotti disinfettanti, per regolarizzare l'immissione nel mercato di nuovi presidi medico chirurgici o per ottenere deroghe dall’autorizzazione reg UE 528 2012.
Dal punto di vista operativo come è cambiato il vostro modo di lavorare e di interagire con i clienti?
In Flashpoint le variazioni nelle modalità di lavoro si sono concretizzate nel passaggio totale a tutte le forme di smart working e di lavoro distribuito con le quali il nostro personale era già a proprio agio e che non hanno portato a significative differenze. Semplicemente, c’è stato un ricorso più intenso alle tecniche di smart working, e all’uso del telefono e della videoconferenza; operativamente, il coordinamento è stato assicurato da un opportuno calendario di meeting settimanali per fare il periodico punto situazione con i singoli tecnici e con le diverse altre funzioni strategiche aziendali.
Più rilevanti invece sono state le modifiche nell’ambito dei rapporti con i clienti; qui la principale novità è stata la creazione di un calendario di formazione online con corsi e addirittura un master multiaziendale di specializzazione sulle schede dati di sicurezza. In effetti anche la formazione online per noi non è esattamente una novità, ma prima era un fatto occasionale, mentre adesso è pratica quotidiana. Anzi, possiamo dire che in questo contesto con l’online la produzione formativa di corsi, master e webinar di Flashpoint è addirittura aumentata.
Rispetto invece alle altre aree di attività nelle quali operate?
Un’altra modifica sostanziale è quella subita dalle modalità di erogazione degli audit di verifica di conformità all’accordo ADR, che da onsite sono passati allo svolgimento da remoto con meeting telefonici, verifiche documentali, ispezioni fotografiche sui colli e meeting finali in teleconferenza con i referenti aziendali.
Per quanto concerne invece l’intervento del governo rispetto al vostro comparto di competenza, questa emergenza ha portato alla necessità da parte delle aziende di ripensare la gestione delle merci pericolose: quali sono le sfide che si troveranno ad affrontare i vostri clienti nei prossimi mesi?
Se prescindiamo dalle modalità operative e dalle precauzioni da applicare sui luoghi di lavoro (DPI, distanziamento sociale, eccetera), che però riguardano tanto le merci pericolose che qualsiasi altro bene, le misure governative sul Covid non hanno impattato in modo particolare nel nostro settore. C’è da segnalare però una crescente richiesta di consulenze legate alle corrette modalità di gestione operativa e smaltimento dei DPI, come per esempio le mascherine.
Tenendo conto del quadro appena delineato, crede che le inevitabili esigenze di aggiornamento e approfondimento da parte delle aziende possano portare a una nuova consapevolezza dell’importanza della formazione continua?
Dall’osservatorio privilegiato di cui godiamo, avendo una intensa attività di formazione, rileviamo che in prevalenza, ma in qualche caso anche con piacere, le aziende hanno accolto l’opportunità di fare formazione da remoto in un momento di calo di produzione e di attività, scoprendone i grandi vantaggi. E’ stata sicuramente un'occasione colta da molti. Tuttavia, quando l’attività delle imprese tornerà a regime, queste giocoforza si concentreranno maggiormente sulla produzione e la formazione dovrà cedere il passo.
Sarà allora che in realtà si vedrà nel concreto come, chi in questo periodo è stato più lungimirante, risulterà avvantaggiato dal poter disporre di personale più addestrato e dunque più produttivo.
Pensando infine al lungo periodo e tenendo presenti le criticità già evidenziate per il vostro settore, quali opportunità si possono intravvedere a suo parere per coloro che sapranno rispondere nel modo migliore ai difficili eventi che stiamo vivendo?
In tutti i settori la cosa più negativa è pensare che si tornerà presto a uno stato pre-covid. Questo non avverrà nel breve e assai probabilmente neppure tra qualche anno. Questa esperienza ci ha insegnato che le aziende devono essere flessibili e saper passare velocemente a modelli operativi smart per mantenere la propria produttività anche nei momenti più difficili.
Saper gestire questa leva diventa strategico e noi in Flashpoint per esempio abbiamo riscontrato che il personale in smart working può avere indici di produttività perfino superiori se questa viene attuata in modo corretto. Insomma, la chiave del successo sta nel saper mixare le modalità smart e non, adottando le giuste tecniche e ricorrendo agli strumenti tecnologici più adeguati come un’adeguata piattaforma di telecomunicazioni, un sistema CRM integrato, e così via.