Un aumento degli stipendi che, a regime, con il rinnovo dei contratti degli statali e della Scuola, si quantificherebbe al di sopra del 4%: il che significa che su una retribuzione lorda di 34.250 euro annui, l'aumento della retribuzione diventerebbe di 107 euro mensili, sempre lordi. È questa la base di partenza del rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione in senso stretto e della scuola ma a partire dal 2021, mentre per gli altri due anni del nuovo contratto, il 2019 e il 2020, gli aumenti dei cedolini si fermerebbero alla metà e a un terzo dell'incremento del prossimo anno.
Ma i sindacati contestano le cifre attestando un aumento, per il 2021, molto più basso.
Aumento stipendi scuola e Pubblica amministrazione: gli aumenti in busta paga per il 2019, 2020 e 2021
E dunque, nella legge di Bilancio 2021, è riportato nero su bianco l'aumento degli stipendi della Pubblica amministrazione e della scuola per risorse corrispondenti a tre miliardi e 800 milioni di euro. Il rinnovo dei contratti degli statali 2019-2021 avrebbe percentuali di incremento degli stipendi a crescere. Se per un reddito annuo medio lordo di un dipendente della Pubblica amministrazione di 34.250 euro le buste paga mensili cresceranno il prossimo anno di 107 euro (per 13 mensilità), pari al 4,07%, lo stesso aumento non può misurarsi per i restanti due anni del triennio del rinnovo del contratto.
Infatti, sullo stesso reddito medio, l'incremento è calcolato nell'1,3% per il 2019, corrispondente ad un aumento di 34,25 euro per 13 mensilità, mentre per il 2020 l'aumento degli stipendi si attesterebbe al 2,01%, quantificabili in 52,95 euro. Sia gli aumenti del 2020 che quelli dello scorso anno verrebbero percepiti dai dipendenti della Pubblica amministrazione e della scuola come una tantum, sullo stesso schema del rinnovo dei contratti statali precedente, quello del 2016-2018, arrivati sui conti correnti dei dipendenti pubblici a partire dall'inizio dell'ultimo anno di contratto (inizio 2018).
Di quanto aumenteranno gli stipendi degli statali e della scuola con il rinnovo dei contratti dal 2021
Tuttavia, l'offerta del governo al rinnovo dei contratti degli statali e dei dipendenti della scuola non piace ai sindacati che hanno indetto lo sciopero per il prossimo 9 dicembre. Per le sigle, infatti, l'aumento degli stipendi della Pubblica amministrazione si fermerebbe ben al di sotto dell'incremento di 107 euro prospettato con le risorse stanziate dal governo nella legge di Bilancio 2021.
Conti alla mano, gli aumenti degli stipendi sarebbero quantificabili in 83 euro mensili lordi, meno di quanto percepito in più nelle buste paga dai dipendenti pubblici nel 2018 con i famosi 85 euro. Dai 107 euro di aumento per i redditi medi della Pubblica amministrazione, i sindacati nei loro calcoli detraggono l'indennità di vacanza contrattuale scattata dal 2019, primo anno in cui il governo non ha rinnovato i contratti scaduti, il fondo destinato al salario accessorio delle forze di polizia e militari e l'elemento perequativo, la voce introdotta con il precedente rinnovo per permettere ai redditi più bassi di arrivare alla soglia minima di aumenti stipendi agli 85 euro lordi mensili e quantificabile, per alcune categorie lavorative con le retribuzioni più basse della Pubblica amministrazione, in circa 20 euro.
Proprio per questo motivo i sindacati riuniti Cgil, Cisl e Uil chiedono che "gli aumenti degli stipendi dei dipendenti statali siano in linea con la condizione economica delle famiglie e soprattutto di non vedersi detratte nelle buste paghe le somme che già sono erogate attualmente".
Aumento stipendi Pa: rinnovo contratti per Comuni, Province, Regioni, Università e Sanità
Infine, il rinnovo dei contratti statali 2019-2021 riguarda anche i dipendenti della Pubblica amministrazione non in senso stretto, come Comuni, Province, Regioni, Città metropolitane, Università e Sanità. In tutto, una platea poco più ristretta della Pa in senso stretto e della scuola che conta complessivamente un milione e 870mila dipendenti e quantificabile in circa 1,38 milioni di lavoratori.
L'aumento degli stipendi nella Pubblica amministrazione non centrale, secondo quanto riportato nella relazione tecnica accompagnatoria della legge di Bilancio 2021, dovrà seguire le stesse dinamiche salariali, ma dovranno essere le amministrazioni decentrate a mettere sul piatto circa tre miliardi (2,95 miliardi di euro) dai loro bilanci.