Per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione e della Scuola del 2022-2024 potrebbero volerci risorse finanziarie a copertura degli aumenti degli stipendi di tre volte maggiori rispetto a quelle destinate al nuovo contratto 2019-2021. In cifre, almeno secondo le stime per l'inflazione, l'aumento atteso nel contratto tutto da iniziare nelle trattative tra governo e sindacati del 2022-2024 comporterebbe lo stanziamento di nuove risorse da parte del governo pari a 18,647 miliardi di euro, rispetto ai 6,815 miliardi di euro del rinnovo 2019-2021.

Il calcolo deriva dal parametro di riferimento dei contratti della Pubblica Amministrazione, l'Ipca, notevolmente al rialzo nel 2022 rispetto allo scorso anno. Dall'andamento del parametro si stima una spesa statale che andrebbe al rialzo nei prossimi anni proprio per l'aumento generale dei prezzi.

Contratti statali, a che punto è il rinnovo del triennio 2019-2021?

Governo e sindacati sono ancora alle prese con il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione e della scuola del triennio precedente, il 2019-2021, che all'orizzonte si profila un confronto serrato per i nuovi contratti 2022-2024. A determinare i nuovi aumenti degli stipendi sarà l'inflazione con conseguente stanziamento di risorse importanti per la copertura degli aumenti degli stipendi dei dipendenti del pubblico impiego.

Per intuire su quali cifre si muoveranno i prossimi tavoli delle trattative per il nuovo rinnovo è sufficiente far riferimento ad alcuni dati. Nel 2021 l'indice degli aumenti utilizzati per adeguare i contratti degli statali all'inflazione, l'Ipca, era pari all'1,9%; il Documento di economia e finanza del 2022 prevede al rialzo lo stesso indice fino al 5,8%.

Nei prossimi due anni (in linea con tutto il triennio del nuovo contratto), il Def stima l'indice al ribasso, ma cumulando gli aumenti del 2022, 2023 e 2024 si arriva a un incremento del 9,96%. Il che significa che per assicurare un aumento degli stipendi dei lavoratori della Pubblica amministrazione nel prossimo rinnovo dei contratti in linea con l'inflazione di questi anni, sarà necessario aumentare le risorse, triplicandole.

Rinnovo contratti Pubblica amministrazione e scuola 2022-2024: aumenti degli stipendi tripli?

Il 9,97% calcolato come indice Ipca corrisponde agli aumenti degli stipendi dei lavoratori della Pubblica amministrazione e della scuola con il rinnovo dei contratti statali. Nel triennio 2016-2018 la percentuale di adeguamento degli stipendi era fissata al 3,48% e su questa erano stati calcolati gli aumenti dei cedolini di busta paga e i relativi arretrati; nei contratti che attualmente sono al tavolo delle trattative per il rinnovo del triennio 2019-2021, l'aumento degli stipendi si calcolerà sul 3,78% di Ipca.

La nuova trattativa, che non dovrebbe partite prima del 2023, dovrà tenere in considerazione il nuovo indice triplicato sul quale calcolare gli aumenti degli stipendi e le relative risorse da stanziare.

Pubblica amministrazione, di quanto aumenteranno gli stipendi nel 2022-2024?

Quanto potrebbe essere aderente all'inflazione un rinnovo del contratto dei dipendenti della Pubblica amministrazione che tenga conto del valore triplo dell'Ipca? Il parametro non tiene conto degli aumenti energetici e, da questo punto di vista, il carico degli aumenti degli stipendi potrebbe alleggerirsi. Ma non di molto, se è vero che nel frattempo gli aumenti dei prezzi energetici si trasmetteranno sull'inflazione complessiva.

Il Documento di economia e finanza ha stimato aumenti prudenti della spesa per gli stipendi della Pubblica amministrazione. Da 176 a circa 189 miliardi di euro dal 2021 al 2022, in conseguenza dell'andata a regime dei contratti 2019-2021, poi un decremento a 187 miliardi di euro nel 2023 e a 185 miliardi nel 2024.

Il motivo si spiega nel prevedere la sola indennità di vacanza contrattuale (pari allo 0,5% dello stipendio tabellare) da coprire nei prossimi anni per il mancato rinnovo dei contratti del triennio 2022-2024. L'attesa, dunque, è per la prossima legge di Bilancio e per gli aumenti che decideranno gli enti pubblici locali che dovranno finanziare, con i propri bilanci, una parte degli incrementi in busta paga dei dipendenti pubblici.