Attraverso "Opzione donna" la legge di bilancio 234/2021, in vigore dal 1 gennaio, ha previsto anche per il 2022 la possibilità, per le donne lavoratrici dipendenti e autonome, di accedere in anticipo al trattamento pensionistico.

"Opzione donna" è soggetta al calcolo con il sistema contributivo (decreto legislativo 180/1997) ed è erogata solo su domanda diretta all’Inps.

L’Inps ha recentemente chiarito quali sono i nuovi requisiti necessari, richiesti alle lavoratrici, per vedere accolta la loro domanda di pensione anticipata.

I requisiti richiesti per accedere a Opzione donna

I requisiti per accedere a Opzione donna sono:

  • età anagrafica maturata, entro il 31 dicembre 2021, pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome);
  • occorre aver maturato 35 anni di contributi sempre entro il 31 dicembre 2021;
  • il rapporto di lavoro dipendente deve essere cessato entro il 31 dicembre 2021.

Le lavoratrici autonome potranno accedere a “Opzione donna” con il rapporto di lavoro ancora in essere, poiché non è richiesta la cessazione per tale categoria.

La domanda per accedere a Opzione donna: la presentazione è prevista attraverso tre diverse modalità

È possibile presentare la domanda di accesso con tre diverse modalità: online sul portale dell’Inps, o rivolgendosi agli enti di patronato o agli intermediari dell'Istituto Inps, o contattando il call center Inps al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06 164 164 da rete mobile.

I tempi di accoglimento della domanda di prepensionamento, da parte dell’Inps, sono di 55 giorni dalla data di ricezione della domanda completa, oppure di 90 giorni in caso di pensione cumulativa (quando la lavoratrice ha maturato i periodi contributivi con contribuzioni versate in diverse gestioni previdenziali).

L'assegno pensionistico è erogato secondo questi termini stabiliti dallo stesso Inps:

  • per le lavoratrici dipendenti devono essere trascorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
  • per le lavoratrici autonome devono essere trascorsi 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
  • le lavoratrici del settore scuola possono ottenerlo a decorrere dal 1° settembre 2022;
  • le lavoratrici dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) possono ottenerlo a decorrere dal 1° novembre 2022.

La lunga attesa della pensione (l'attuale età pensionabile è fissata intorno ai 67 anni) ha spronato circa 33 mila donne, a partire dall'anno 2019, a scegliere "Opzione donna".

La differenza fra questo sistema di prepensionamento e l'assegno pensionistico, che maturerebbe qualora la lavoratrice scegliesse di attendere gli anni previsti dalla normativa standard, si stima in una riduzione compresa fra il 20 e il 30% dell'assegno pensionistico. La differenza in diminuizione dipende da molti fattori come l'età di accesso, la retribuzione e l'anzianità contributiva maturate al momento della richiesta.

L'Ape rosa rappresenta un'alternativa a Opzione donna

L'Ape rosa è costituito da assegni, corrisposti fino al raggiungimento della pensione, previsti per i lavoratori in stato di difficoltà sia per i dipendenti pubblici che per i privati, per gli autonomi, per i lavoratori iscritti alla gestione separata (escluse le casse previdenziali private).

L'Ape rosa può essere richiesta: dai lavoratori che assistono il coniuge, da un genitore o un figlio con handicap grave, dai lavoratori disoccupati senza Naspi, in presenza della condizione di invalidità civile e dai lavoratori impiegati in settori considerati categorie gravose o usuranti. Occorre, per aver diritto all'assegno APE, aver maturato 30 anni di contributi e aver compiuto almeno 63 anni di età, ma le donne possono ottenere uno sconto, di sei mesi, sull'anzianità contributiva per ogni figlio fino a un massimo di quattro figli.