Saranno ospiti del galà concerto “Omaggio a Mozart” del 5 febbraio prossimo a Tricase, nella parte meridionale della provincia di Lecce, Vincenzo Rana (pianoforte) e Gianluca Belfiori (contraltista). Personalità di rilievo del panorama concertistico italiano che il maestro Giovanni Calabrese, presidente dell’associazione di alta cultura musicale Mozart che promuove ogni anno l’appuntamento, ha fortemente voluto per la dodicesima edizione del galà. Come altre volte, l'evento si terrà nella Sala del Trono del Palazzo dei Principi Gallone, gioiello architettonico del paese salentino.
Sanremo e la standardizzazione del gusto musicale verso il basso
“È emozionante guardarsi in dietro - dice Calabrese - e vedere quanta strada è stata fatta nei dodici anni dell’Omaggio a Mozart. Rivedere le foto che sono appese nella nostra sede genera ricordi meravigliosi. Foto che raccontano una storia che è sempre attuale nella passione e danno il senso dell’impegno profuso per perpetuare una tradizione, per affermare un criterio musicale, uno stile artistico, per dare un segno visibile di concretezza artistica che va oltre il limite della banalità cui troppo spesso siamo sottoposti a causa della standardizzazione verso il basso del gusto musicale, e non solo, proposta dai mass media”.
Il riferimento, non troppo velato, è al Festival di Sanremo che settimana prossima invaderà gran parte delle televisioni italiane, proseguendo irrefrenabile sulla strada di quella “standardizzazione verso il basso del gusto musicale” lamentata dal maestro Calabrese, il quale aggiunge: “Siamo lieti che negli anni Omaggio a Mozart abbia conquistato l’attenzione del pubblico che sempre più numeroso sta affinando i propri gusti musicali ed è alla ricerca del bello, della qualità e dell’alta cultura musicale”.
Un dialogo fatto di musica e silenzio
Durante le sue edizioni hanno partecipato al galà artisti come i fratelli Ceci o un pianista del calibro di Cristiano Burato. Nomi probabilmente poco noti al grande pubblico, ma che rendono certo Giovanni Calabrese nel suo tentativo di riportare la bellezza dell’alta cultura musicale tra le gente comune.
“Godere della stima di artisti di fama internazionale - sostiene infatti - riempie di soddisfazione. Sapere che non è facile attirare in un piccolo paese di provincia artisti che a volte rifiutano anche inviti prestigiosi, ci fa pensare che dobbiamo continuare su questa strada: inseguire e costruire il bello”. Un sentimento spesso ricambiato da parte di chi si esibisce: “Quando alla fine dei concerti - conclude il maestro Calabrese - molti artisti mi confidano di aver percepito sensazioni provate solo nelle grandi sale da concerto, mi commuovo.
Perché significa che c’è un pubblico che trasmette emozioni, che dialoga con loro. È un dialogo silenzioso fatto di sguardi e respiri, è un’atmosfera unica. È il silenzio che parla e, al tempo stesso, fa parlare la musica”.