Nel Palazzo Visconti di via Cino del Duca a due passi da Corso Monforte a Milano, si è tenuta oggi la conferenza Noi e l'Europa, con Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza dell'Unione Europea in Italia. La diplomatica italiana è intervenuta su molti temi nell'ambito dell'iniziativa Panorama d'Italia, che si svolge nel capoluogo lombardo nella settimana 15-21 ottobre 2017 su iniziativa della rivista Panorama. La sua presenza era caldeggiata soprattutto da chi vuole "fare sistema Paese" per aggiudicare a Milano la scelta di sede per l'Agenzia Europea del Farmaco.

Un obiettivo su cui sono oggi allineati sia il Comune di Milano che la Regione Lombardia, indipendentemente dalle differenze politiche, e su cui si stanno muovendo il mondo universitario e gli imprenditori.

Che aria tira alla Commissione Europea?

Secondo Beatrice Covassi, è opportuno "essere cauti, perché i negoziati sono in corso. Non solo ci sono gli interessi dei Paesi dell'Est, ma anche di città come Amsterdam e Barcellona". La presenza di Covassi in via Cino del Duca per parlare di questo argomento non era casuale, perché questo bellissimo edificio rinascimentale è la sede di un'importante azienda farmaceutica italiana, la Fondazione Bracco, che ha provveduto a restaurarlo, rendendolo magnifico.

"Tra poco si potrà parlarne a G7 Salute", ha spiegato la funzionaria.

Che opportunità le dà visitare anche il resto dell'Italia oltre a Milano?

Le domande poste dal moderatore erano diverse. Covassi alle domande sulla possibilità che le offre il suo ruolo, accettato un anno e mezzo fa dalle mani del Presidente della Commissione Juncker, di girare per il Paese ascoltandone le istanze dopo 20 anni trascorsi all'estero, hanno riguardato alcuni passi compiuti proprio dall'istituzione europea in favore delle località colpite dal terremoto.

"Dopo la mia visita a Norcia abbiamo lanciato un finanziamento imponente, di un miliardo e 200 mila euro, per le aree terremotate", ha spiegato Covassi, "e siamo sempre più convinti dell'importanza della ricchezza di cultura e di memoria dell'Italia".

Capo della Rappresentanza UE in Italia: un ruolo politico?

Beatrice Covassi si è descritta come una diplomatica che "deve avere intelligence politica, spiegare in pratica qi che cosa succede in Europa e a Bruxelles e Strasburgo che cosa si muove in Italia".

Un ruolo attivo nei due sensi, insomma, legato ad alcune innovazioni che la Commissione Juncker starebbe apportando. Tra esse, la messa a disposizione dei cittadini europei delle bozze delle proposte di legge europee, dei nomi dei capi negoziatori in casi come il TTIP o i prossimi negoziati con Australia e Nuova Zelanda, fino a rendere pubblico l'intero mandato negoziale". Inoltre la Commissione, per ovviare a precedenti problemi come la "proliferazione legislativa", avrebbe formato dei team di Commissari attivi su macroaree e in ottica di lavoro di squadra.

Ci sono un po' di polemiche perché i funzionari europei sono troppi?

"Sono in tutto 30 mila su 500 milioni di cittadini europei", ha risposto Beatrice Covassi, specificando: "Trentamila, compresi i traduttori, gli interpreti e le segretarie, che naturalmente svolgono un ruolo importantissimo, ma non sono tutti funzionari legislativi".

L'Italia come se la sta cavando in questo contesto internazionale comunitario?

"Meno bene di altri Paesi forse. In Europa ci sono sia i diplomatici italiani che rappresentano a Bruxelles gli interessi dell'Italia, sia proprio funzionari dell'UE che, anche se italiani, hanno come primo obiettivo l'istituzione europea. Si potrebbe "fare sistema" e sfruttare maggiormente questa rete, ma purtroppo non lo si fa abbastanza".

L'immigrazione

Una parte del colloquio è stata dedicata anche al problema scottante del momento. Secondo Covassi "la Commissione Europea sta cercando di mettere delle pezze dove mancava una politica comunitaria. Abbiamo introdotto elementi di coordinamento nei Paesi che si dice sempre di voler "aiutare a distanza, o a casa loro".

Abbiamo concluso accordi con i Paesi africani, istituito un fondo fiduciario di oltre un miliardo di euro e stiamo sviluppando intese per i rimpatri. Inoltre occorre menzionare l'istituzione della Guardia europea di frontiera, 1.500 effettivi (sia uomini che donne) che è possibile dispiegare rafforzando Frontex e gli organici delle Guardie costiere nazionali. Stiamo cercando di convincere gli altri Stati europei a non girare la testa dall'altra parte e in alcuni casi abbiamo avviato procedure d'infrazione contro chi non accettava il ricollocamento dei migranti tra Stati membri. Infine stiamo lavorando per aprire vie legali per l'immigrazione, perché ci rendiamo conto che, se è impossibile bloccare la storia, tuttavia è possibile e anche indispensabile agire per la legalità in questo campo che negli ultimi tre anni è stato particolarmente sentito dalle opinioni pubbliche.

Così per esempio stiamo cercando di utilizzare la poco conosciuta blue card, la carta di soggiorno europea, per i migranti più qualificati".

Ci sentiamo più europei o più italiani?

Parlando anche della figlia, che ha sei anni e "si sente americana perché i figli dei diplomatici sono gli unici a non godere dello ius soli in America", e raccontando delle visite nelle scuole, il capo della rappresentanza italiana della UE ha poi raccontato che per molti bambini il 9 maggio, data del celebre discorso fondativo della CEE da parte di Robert Schuman, dovrebbe essere un giorno di festa, e il sentirsi 'buoni patrioti italiani' e 'fieri europei' non non sono due cose che si escludono a vicenda. Naturalmente resta molto da fare per rafforzare il senso di appartenenza, che non è ben percepito per esempio con la bandiera o con l'euro - ma la Commissione europea intende lavorarci, anche a partire da piattaforme e protocolli per reintrodurre nella scuola l'Educazione civica, fondamentale perché, fin dall'infanzia, ogni europeo cresca consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri".