Dalla cancelleria al software. Le scuole di ogni ordine e grado, di piccole e grandi dimensioni, ad ogni latitudine del territorio nazionale, devono procedere ad acquisti per lo svolgimento della didattica e per il funzionamento della macchina amministrativa nella gestione del servizio. I profili normativi che regolano il settore della contabilità scolastica sono, però, spesso molto frastagliati ed incerti con scollamenti e contraddizioni fra una previsione e l'altra che non facilitano il coordinamento di attribuzioni e competenze fra dirigenti scolatici, direttori dei servizi generali ed amministrativi, consiglio d'istituto.

Queste tematiche sono state discusse a Milano il 9 gennaio nell'Auditorium del Museo delle Scienze in occasione del Seminario intitolato "Il Nuovo Regolamento della Contabilità delle Istituzioni Scolastiche" organizzato da Aldo Domina, Presidente di Asam, l'Associazione delle scuole autonome della Città Metropolitana di Milano che raccoglie circa 350 istituti.

Contabilità: chi è costei

Nella città manzoniana, si può opportunamente citare il Don Abbondio che non ricordava chi fosse il classico Carneade. Parimenti la contabilità scolastica occupa una posizione defilata e non troppo conosciuta (Asam si propone la "mission" di promuovere e sostenere verso l'esterno l'immagine della Scuola come istituzione pubblica) ma che è il pilastro di ogni programmazione didattica e formativa, tanto che la Scuola, come ha spiegato il relatore del Seminario Francesco Bragagni, esplica attività negoziali e finanziarie.

Un po' di cronistoria può essere utile a comprendere i rilievi fondamentali delle questioni innervate intorno all'aspetto dell'affidamento diretto a ditte, società, imprese, per lavori, acquisti e servizi. Uno dei primi regolamenti in materia, il 44/2001, stabiliva che al di sotto della soglia dei 2000 euro di spesa non fosse necessario raccogliere preventivi concorrenti da aziende diverse.

Il primo Codice degli Appalti 163/2006 ha innalzato il limite a 20mila euro e successivamente il decreto-sviluppo del 2011 a 40mila. Il medesimo tetto dei 40mila euro è fissato nell'ultimo Codice degli Appalti 50/2016 "purchè l'affidamento diretto sia adeguatamente motivato". Il requisito dell'adeguata motivazione è stato, in un certo senso, "messo in crisi" dalle linee guida Anac (Autorità nazionale anticorruzione) che a ottobre 2016 sancivano che per "motivare adeguatamente" bisognasse ricevere due o più preventivi, disposizione crollata ad aprile 2017 quando si è deciso che per l'affidamento diretto fino a 40mila euro non fossero più necessarie due o più candidature concorrenziali.

Il 2018 segna altre novità: con il nuovo decreto n.129 aumenta fino a 10mila euro la discrezionalità dei dirigenti scolastici per la procedura di affidamento diretto e ulteriori linee guida Anac introducono la rotazione nelle gare pubbliche. Quest'ultimo inciso normativo sta a significare che dalle gare di appalto devono essere esclusi gli aggiudicatari dei precedenti bandi. Non solo, devono essere estromessi anche gli "invitati" alle precedenti gare, il che in determinati ambiti, dalle assicurazioni ai viaggi di istruzione, potrebbe ridurre notevolmente il campo delle possibilità. La rotazione può essere "dribblata" solo in caso di "gara aperta" alla quale possono partecipare tutti gli operatori economici muniti di caratteristiche e qualifiche adeguate e che viene vinta secondo i criteri del "prezzo più basso" e "dell'offerta economicamente più vantaggiosa".

Il ruolo del Consiglio di Istituto

Fra gli organi scolastici, Il Consiglio d'Istituto è formato da rappresentanze di studenti, insegnanti, genitori, personale Ata. Fin dal 2001 per legge ha la facoltà di ritoccare le soglie previste per l'affidamento diretto e, altra circostanza rilevante, nella prassi consolidata le scuole preferiscono mettere a confronto proposte diverse di intervento suffragate da preventivi distinti anche per spese molto esigue. Come ha evidenziato un altro dei relatori, Massimo Spinelli, potrà configurarsi un contraddittorio fra dirigenza scolastica e consigli d'istituto sul presupposto che i presidi detengono la responsabilità della gestione finanziaria della scuola mentre il Consiglio d'Istituto, d'altro canto, è l'organo di rappresentanza collegiale solitamente piuttosto attento alla destinazione dei contributi forniti dalle famiglie.

Il quadro generale è piuttosto complicato e può trasformarsi in un vero e proprio labirinto normativo per l'ipertrofia di circolari e note applicative dei vari provvedimenti. Evoluzioni sono in atto, come è stato affermato durante il Seminario, per l'estensione che già si profila del Mepa, il mercato elettronico della Pubblica Amministrazione, anche alla Scuola finora sostanzialmente esentata. Tutto questo mentre sullo sfondo resta una deliberazione molto significativa contenuta nell'ultima nuovissima legge finanziaria 2019 che protrae sino al prossimo 31 dicembre l'affidamento diretto degli appalti negli enti pubblici fino a 150mila euro.