Il mercato dell'auto è in crisi da anni. Dal 2008 in poi con lo scoppio della bolla finanziaria le vendite di automobili sono via via scese fino a livelli record storici, il settore auto che in Italia vuol dire FIAT ha perso una fetta importante delle vendite, di conseguenza ha prodotto anche meno occupazione e ha colpito fortemente lo stesso indotto della casa automobilistica: i vari progetti che Sergio Marchionne aveva pensato per l'Italia, con la crisi si sono sciolti come neve al sole, poi tutti sappiamo come è finita.

Un dato parallelo ma contrario a quello della Fiat riguarda la vendita di biciclette, che negli ultimi tre anni ha continuato a crescere in modo sostenuto.

Chiaramente gli italiani non sono diventati improvvisamente tutti ecologisti, è solo l'effetto dell'onda lunga della crisi: dopo essere stati male educati al punto che quasi tutti utilizzano l'auto anche per fare qualche metro, le condizioni economiche sfavorevoli hanno frenato quell'uso orrendo di spostarsi in auto e molti italiani ne hanno approfittato per passare alla bici.

Un cambiamento sociale delle abitudini dettato dall'economia: i soldi possono fare grandi cose anche quando non se ne hanno, quindi la bicicletta per spostarsi nelle città è diventata la miglior soluzione, tanto per i costi del mezzo che per i consumi zero. Questa tendenza di non cambiare o comprare l'auto ha prodotto un altro effetto "negativamente positivo", almeno per l'ambiente: stanno chiudendo molte pompe di benzina nelle piccole città e periferie, dove prima c'erano cinque stazioni di servizio oggi ne basta una.

Tuttavia gli ultimi dati sulle vendite di auto dicono che a febbraio sono ritornate a salire.

Se le pompe di benzina chiudono questo vuol dire che si vende anche meno benzina, una catena di eventi che sono uniti e subiscono mutamenti alla stessa maniera. Per sintetizzare: meno auto vendute vuol dire meno lavoro, che vuol dire meno soldi, quindi meno consumo di benzina.

Chi ci guadagna in questo momento sono i produttori di biciclette, ma non solo: in una visione ad ampio raggio ci guadagniamo tutti, perché se si consumano meno auto e meno benzina si inquina meno. Ciò porta ad un'aria più pulita e ad uno stile di vita migliore, poi una bella passeggiata o pedalata ci darà ulteriore forza fisica. Che la crisi abbia portato il caos sociale è evidente, però non si può dire che non ci siano dei lati positivi.

Per chi produce bici è un periodo infelice? Certo che no.