Posizione chiara quella di Gino Strada, che condivide pienamente la linea del Movimento 5 Stelle sulla guerra in Irak, chiaramente contrari all'invio di armi e materiale bellico offerti ai curdi, favorevoli invece all'instaurazione di corridoi umanitari, questa la linea del Movimento condivisa anche da SEL, tutto quest'ardire di forza militare per fermare l'avanzata dei gruppi armati dell'ISIS, quindi un gesto di "solidarietà" del Governo italiano e non solo, con questa mossa si armano i curdi per fare la guerra e fermare l'ISIS, senza che i governi occidentali ne siano direttamente coinvolti, esentati da sensi di colpa.
Questo è quanto sta accadendo con alla guida del Paese la sinistra, quella che, come ha ricordato Gino Strada, nel 2001 scese in piazza compatta per manifestare contro la guerra in Afghanistan, ma all'epoca era stato il Governo di centrodestra guidato da Berlusconi; è evidente, come rileva anche Strada, che per la sinistra essere andati al Governo ha avuto come effetto collaterale quello di perdere la memoria e hanno cambiato idea sulla guerra, queste le obiezioni che sono state fatte al Governo Renzi e più ampiamente alla sinistra. Il pericolo dice Strada è che questo potrà ritorcersi contro l'Italia nei prossimi anni, inviare armi in Irak ai curdi mette il paese a rischio di attentanti nei prossimi anni, sostenendo appunto che si tratta di un grosso errore, accusando il ministro degli Esteri Federica Mogherini di usare argomenti folli per giustificare la decisione del Governo di inviare armi ai curdi, queste le parole di Strada dalle pagine de Il Fatto Quotidiano.
La via pacifica pare a questo punto che non sia neppure presa in considerazione, tanto dai governi europei quanto dagli USA, che fattivamente si sta adoperando per contrastare l'avanzata del gruppo armato dell'ISIS; l'Italia quindi al fianco degli Stati Uniti e compatta con il resto d'Europa, il conflitto che si annuncia di lungo corso in Irak avrà effetti sia sui bilanci dello Stato, che sull'economia, lo spettro di una nuova guerra in Irak non faciliterà i rapporti internazionali tanto meno gli scambi commerciali, quindi non potrà che essere un'altra azione verso la spirale depressiva.
Una cosa che sconcerta forse più di altre è che con le guerre in Irak dove l'Italia sarà comunque coinvolta anche se indirettamente, insieme a tutto il caos e i morti civili in Ucraina nella lotta che dura ormai da mesi, possiamo dire quasi con certezza che il pacifismo in Italia è morto, nessuno ha levato una voce in tal senso, la riflessione di Gino Strada in merito.