Comincia, all’interno del gruppo Volkswagen, la ricerca dei colpevoli degli atteggiamenti illegali che hanno portato la famosa casa automobilistica tedesca nell’occhio del ciclone mediatico di questi giorni. Un disastro politico e morale che necessita di un nuovo inizio. E questo nuovo inizio ha un volto e un nome: Matthias Müller,ovvero il maggiore azionista del colosso tedesco, con le spalle al muro dopo lo scandalo dei dati sulle emissioni dei gas di scarico falsificati. Come confermato dallo stesso gruppo di Wolfsburg, sede del quartier generale, i dati venivano falsati grazie ad un software installato su almeno 11 milioni di veicoli. E adesso risulta evidente come la Volkswagen stia cercando di ricominciare da Müller, top manager di esperienza e competenza, il quale, durante la conferenza stampa avvenuta ieri dopo un lungo consiglio di amministrazione, ha dichiarato: “Personalmente farò di tutto per fare in modo che la fiducia dei clienti, dei partner, dei lavoratori e di tutto il pubblico che è stata perduta possa essere riottenuta.

L'origine dello scandalo

È dagli Stati Uniti che parte lo scandalo che ha travolto lacasa automobilistica, dopo l’inchiesta dell’Agenzia per la Protezione Ambientale, che poi si è allargato incessantemente nel resto del pianeta, fino a coinvolgere profondamente il mercato dell’auto del vecchio continente. In un secondo momento sono giunte le ammissioni e le conferme del governo tedesco, fino alle prime cifre che Berlino ha fornito: 2,8 milioni di vetture interessate sul solo territorio tedesco.

Il mio compito più urgente” continua Müller durante la conferenza stampa di ieri “è quello di riconquistare la fiducia nei confronti del gruppo” ha spiegato il nuovo amministratore delegato, aggiungendo in seguito “sotto la mia guida la Volkswagen farà di tutto per sviluppare e implementare gli standard di conformità e di governance più vigorosi”.

Nel frattempo, il presidente del consiglio di sorveglianza Huber ha posto le sue più sentite scuse a pubblico, clienti, investitori e autorità, chiedendo loro di non togliere il supporto alla casa automobilistica perché il comportamento illegale dei tecnici dei motori e degli sviluppatori ha sconvolto Volkswagen quanto il resto del mondo.