Che l’Emilia Romagna sia la patria dei motori è fuori discussione. La carrellata di marchi automobilistici e di motociclette nate nell’emiliano sarebbe non tanto lunga da fare, ma di assoluta qualità. Solo che questa volta, i ragazzi dell’Atelier Vibrazioni Art Design di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, hanno fatto qualcosa di insolito. Nessun motore italiano, niente carrozzieri di razza, al contrario, vecchi barili di petrolio e altro materiale di scarto, giusto un vago ricordo della Malo/Buenodell’officina spagnola El Solitario.

Poco meno di 750 cc

A voler essere precisi, Roberto Zanobini e Alberto Dassasso non si occupano di moto, non ordinariamente almeno. La loro idea ha avuto come base una Honda CB750 SS del '79. Qualcosa di simile l’avevamo visto con il mago delle moto hand-made, Mr Shinya Kimura, con lamiere battute a mano, saldature ad hoc e tanto olio di gomito. Rispetto al guru giapponese, però, i due ragazzi, che di professione fanno i designer, hanno aggiunto un tocco vintage e pratico che caratterizza le loro motociclette. Sì, perché di artefatti non ne hanno sfornato solo uno, ma vari e tutti di una certa caratura.

La commissione

Ad aver richiesto il lavoro, secondo quanto riportato da alcuni magazine, Raffaele D’Arena, che sfoggia il capolavoro in un interno che sembra studiato di proposito per accoglierlo.

Le soluzioni innovative non mancano, seppure l’aspetto complessivo riporti alla mente qualche “visionaria pellicola” dei primi anni '80, o addirittura il plausibile mezzo di un personaggio di Asimov.

Pennzoil è la scritta che campeggia sul serbatoio e, da sola, conferisce il quadro complessivo di tutto il lavoro. I fanali anteriori spostati tutti sul lato destro e sovrapposti aggiungono, paradossalmente, equilibrio alla moto. Definirla una café racer o una street-racer è complicato. Per certo si ritrovano soluzioni già viste in moto da gara, come la marmitta centrale che riunisce i 4 collettori che richiama laBold’Or di XTR Pepo,anche sel’idea generale è quella di un mezzo “a fare meccanico” che però non disdegna curve cittadine e tracciati. Gli ammortizzatori Bitubo sono a gas, e il filtro aria esce dalla fiancata posteriore sinistra. L’impianto frenante anteriore è mascherato da un rivestimento, anch'esso battuto a mano.