Non è passato molto tempo dallo scandalo del Dieselgate, che soprese diverse case automobilistiche tedesche intente a taroccare i software che rilevavano le emissioni inquinanti, che queste ultime sono finite al centro di un nuovo scandalo visto che, a quanto pare, avrebbero usate scimmie e cavie umane per testare la pericolosità dei gas di scarico.
Nel 2012 l'organizzazione mondiale della sanità, OMS, diffuse una ricerca relativa alla Salute umana in cui si dimostrava che i gas di scarico fossero cancerogeni. Bmw, Daimler, e Volkswagen, allora, per contro-replicare con cognizione di causa, commissionarono una ricerca all'European Research Group on Environment and Health in the Transport Sector (EUGT) in cui vennero usate 10 scimmie giavanesi in un laboratorio nel New Messico, ad Albuquerque: queste ultime vennero tenute, per 4 ore in una teca di vetro, davanti a una tv che proiettava cartoni animati, nel mentre venivano fatti inalare loro dei gas di scarico.
A quanto pare, le scimmie sopravvissero, anche se non è chiaro in che condizioni.
Nell'Ottobre del 2013, le aziende automobilistiche, come riportato anche dai quotidiani Sueddeutsche Zeitung e Stuttgarter Zeitung, decisero di testare la non pericolosità dei gas di scarico dei motori diesel, a gasolio, anche su cavie umane volontarie. In questo caso, l'esperimento fu condotto presso il Policlinico universitario RWTH di Aquisgrana, con l'avallo morale della locale università, e coinvolse 25 persone sane che, per diverse ore, furono sottoposte all'inalazione di diverse concentrazioni di biossido di azoto. L'esito? I gas di scarico non facevano male.
Inutile dire che la gravità dei test in questione, presto sulla bocca di tutti grazie al rilancio mediatico del "New York Times", ha subito suscitato le reazioni indignate delle istituzioni teutoniche.
Il portavoce della premier Angela Merkel, Steffen Seibert, ha spiegato che le aziende automobilistiche avrebbero dovuto limitare e non studiare gli effetti delle emissioni inquinanti, e che queste aziende, avendo superato i limiti etici tollerabili, dovranno rispondere di questi studi. Più o meno il tono del ministro dell'agricoltura, Christian Schmidt, che - nell'esprimere ferma condanna sulla questione - ha chiesto che la commissione del dieselgate indaghi anche su questa faccenda che, il presidente della Bassa Sassonia, Stephan Weil, ha definito nauseabonda ed assurda.
Ed i colossi dell'auto? BMW non si è ancora pronunciata, mentre il presidente del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, Hans Dieter Poetsch, ha chiesto un’indagine per chiarire le responsabilità dei test condotti, giudicati inaccettabili, in modo che chi di dovere ne risponda. Ancora più duro il sindacalista del gruppo, Bernd Osterloh, secondo il quale i suoi colleghi lavoratori sono profondamente scossi perché i limiti etici e morali sono stati superati dai test in questione.