La Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare nell'ambito di una inchiesta che ha visto coinvolto il clan Zagaria.

I provvedimenti sono a carico di imprenditori, professionisti e amministratori locali accusati di corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Fra gli arrestati vi sono: il consigliere regionale della Campania Pasquale Sommese (Ncd), ex assessore al Turismo, e il sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro.

L'operazione, denominata “The Queen” è coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli e cerca di districare un intreccio tra politica e camorra, che vedrebbe coinvolti anche Claudio Borrelli, direttore dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario, Ferdinando Bosco, sindaco di Casapulla e Adele Campanelli, che dal 2010 è alla guida della Soprintendenza Archeologica regionale.

L’oggetto dell’indagine

Al centro dell’indagine ci sarebbe un vasto giro di corruzione le cui fila sarebbero tenute da Guglielmo La Regina, un professionista già coinvolto nel 2016 nello scandalo sulla ricostruzione di Palazzo Teti Maffuccini.

Il professionista, in quanto legale rappresentante della Archicons s.r.l., con altri impresari dell’area di Casal di Principe e insieme ad Alessandro Zagaria, intermediario di numerose stazioni appaltanti e vicino al clan dei casalesi, intratteneva rapporti con funzionari e politici e con questi stipulava accordi e e provvedeva a consegne corruttive.

Fra gli episodi sotto inchiesta che riguardano il consigliere regionale Sommese vi è anche un appalto relativo alla realizzazione di alcuni padiglioni della Mostra d’Oltremare del maggio scorso.

Una altra vicenda vede invece coinvolto l’ex sindaco di Pompei Claudio D’alessio che è accusato di turbativa d'asta in merito a un appalto del 2013 per la realizzazione di un impianto di cremazione vicino al cimitero.

L’attività della GfF, scattata dalle prime ore della mattinata, si sviluppa in conclusione di una attività investiga che ha messo al centro un presunto metodo clientelare denominato "sistema La Regina".

E’ quest’ultimo, infatti, ad essere ritenuto il pilota di un meccanismo corrotto teso a controllare appalti banditi da diverse pubbliche amministrazioni.

Sono in possesso della Procura numerose intercettazioni ambientali effettuate nello studio dell’architetto La Regina. In molti degli appalti oggetto dell’inchiesta sarebbe emerso che la documentazione a base gara sarebbe stata preparata nello studio La Regina, per poi essere trasmessa alle varie stazioni appaltanti.

La difesa delle parti indagate potrà ora proporre ricorso al Tribunale del Riesame avverso la misura cautelare adottata.