Non ha più fine la tragedia che in queste ultime ore sta attanagliando il Parco Nazionale del vesuvio, patrimonio dell’Unesco, e i paesi limitrofi. Nella giornata di ieri, una coltre di nube tossica, partita in una zona tra Ottaviano e Terzigno e spostatasi per il vento verso la costa, ha ricoperto Napoli e i paesi vesuviani, fino a raggiungere il beneventano e l’Irpinia. Il fronte di fuoco, della lunghezza di 2 km, ha allertato la popolazione, costringendo gli abitanti a evacuare le proprie case e i ristoranti nei comuni di Torre del Greco ed Ercolano, mentre i sindaci dei paesi di Boscotrecase, San Giuseppe Vesuviano e Torre del Greco hanno emanato ordinanze in cui si raccomanda ai cittadini di barricarsi in casa.
Ad aggravare la situazione, le discariche di Novelle Castelluccio, alle pendici del Vesuvio: si è temuto il rogo tossici di rifiuti, come riporta Leggo. Nella notte di ieri, quindi, l’esercito ha barricato la zona della discarica per evitare che le fiamme si avvicinassero troppo.
Riunione di emergenza
Da giorni i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile si stanno impegnando a spegnere le fiamme che hanno colpito l’area naturale vesuviana. Nonostante i vari tentativi di spegnere alcuni incendi, nuovi focolai sono stati innescati a varie riprese. Nella giornata di ieri, martedì 11 luglio, la gravità e la vastità degli incendi hanno costretto il Prefetto di Napoli a convocare una riunione di emergenza a Ottaviano con i sindaci dei paesi vesuviani e le unità di emergenza coinvolte nel domare gli incendi.
Da questa riunione, si è deciso di sospendere momentaneamente le attività dei velivoli di emergenza, così come degli uomini impiegati per domare le fiamme, fino all’alba. Sebbene i Vigili del Fuoco non siano stati coinvolti questa notte per domare gli incendi, sono restati in allerta nel caso in cui le fiamme avessero minacciato le abitazioni.
Confermata la dolosità degli incendi
Si conferma la natura dolosa degli incendi. Nella riunione di ieri, Agostino Casillo, presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, ha ribadito come questo atto sia dovuto a piromani. La dolosità degli incendi è stata anche confermata dai Carabinieri forestali. Le unità hanno appurato otto inneschi diversi, partiti da zone impervie del Parco Naturale, e che rendono difficile l’intervento delle Unità di emergenza.
Dai carabinieri emergono dettagli raccapriccianti: chi ha innescato gli incendi conoscerebbe bene la zona, e avrebbe usato gatti come vittime sacrificali per aggravare i roghi. Gli animali sarebbero stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme. Nella loro disperata fuga, poi, avrebbero raggiunto le zone più fitte del Parco, dove gli interventi dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile sarebbero rallentati.