All’inizio degli anni ottanta negli uffici c’erano le calcolatrici, il ciclostile, le macchine per scrivere e una stanza per la dattilografia dei documenti. Per scrivere i provvedimenti c’era tutta una liturgia da seguire. L’ufficio acquisti forniva scolorine, bianchetti, gomme, matite, evidenziatori di vari colori, righelli, carta carbone e a striscia continua per le stampe di serie.

In uno stanzone c’era la scarbonatrice che separava la carta carbone dalle stampe, con addetti vestiti di nero e mascherine al viso. Montagne di carta nera e aria irrespirabile.

C’erano anche i terminali che consentivano i collegamenti telematici con il Centro, ma le trasmissioni avvenivano a pacchetti (non in tempo reale) attraverso un centro elettronico fatto di cassoni giganteschi. Gli impiegati facevano i turni sulle poche postazioni, firmando su un apposito registro.

Poi sopraggiunse una nuova onda tecnologica, i personal computer e le fotocopiatrici. E cambiò il tempo e lo spazio nell’ufficio. Mutò il modo di lavorare e tanti lavoratori furono costretti a riciclarsi in nuove mansioni. Non ci fu più bisogno di dattilografe, addetti alle macchine per il ciclostile e alle scarbonatrici. Con la nascita della scrivania intelligente, dotata di personal computer, ogni impiegato accorpò più mansioni, divenne in grado di fornire un prodotto finito.

Così si ridusse la divisione del lavoro e venne meno la figura dell’addetto all’immissione dei dati. La rivoluzione fu così penetrante che si estese anche all’area di comando e la piramide burocratica si sgretolò, diminuirono i ruoli di coordinamento e il numero di dirigenti. Anche il “palmare”, in tutte le sue articolazioni ed evoluzioni, porterà a una rivoluzione che era difficile immaginare solo 10 anni or sono.

Come la televisione e la radio fecero sparire gli strilloni (coloro che strillavano i titoli dei giornali), il palmare farà scomparire molti giornalai e con essi un’intera filiera di addetti alla carta stampata. I giornali saranno sempre più diffusi e letti online, in modo interattivo, con possibilità di esprimere la propria opinione. La tiratura dei libri scolastici sarà ridimensionata e con essa un intero mercato del nuovo e dell’usato.

Spariranno i grossi zaini e i diari.

Saranno un ricordo le riveste cartacee delle professioni; giudici e avvocati non si serviranno più di codici voluminosi ma del palmare sul quale potranno consultare leggi e giurisprudenza. Anche i medici saranno avvantaggiati nella loro attività, soprattutto nelle visite a domicilio.

A scuola gli insegnanti dovranno cambiare l’approccio all’insegnamento, il loro sapere verrà più facilmente messo in discussione. I giovani avranno una finestra aperta sul mondo e usciranno dalla visione provinciale dei piccoli ambiti territoriali.

Cambierà il mondo del lavoro, che sarà organizzato in modo sempre più integrato e interattivo. Muterà, in particolare, l’organizzazione dei servizi in movimento sul territorio, tipo la raccolta dei rifiuti, la distribuzione delle merci, i servizi de localizzati, l’organizzazione della vendita dei prodotti, la gestione dei ristoranti, il rapporto con la banca e così via.

Tutto questo porterà non solo ad una maggiore efficacia delle attività ma anche ad una maggiore efficienza con un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse che, a sua volta, porterà ad un’inevitabile riduzione dell’occupazione. Molti lavori spariranno, altri ne nasceranno ma il saldo sarà negativo.

La crescita del PIL, tanto sognata ed invocata, si potrà realizzare anche senza un effettivo incremento della forza lavoro necessaria per l’incremento della ricchezza.