Il mondo del poker si interroga se il Texas hold'em sia uno sport oppure un gioco d'azzardo; da molti conosciuto come il poker americano, il Texas hold'em, considerato ed apprezzato in ogni parte della nostra terra, è ormai uno sport a tutti gli effetti.
Quando arrivò in Italia, si crearono i primi club con tavoli live che venivano considerati come "associazioni sportive dilettantistiche", senza scopo di lucro, con i tesserati che venivano iscritti come soci del club.
Ad un certo punto lo Stato, non potendo tenere d occhio questi club, ha pensato bene, prima di chiudere alcuni di queste associazioni, poi di cercare di apportare delle leggine per prendere delle provvigioni per le proprie casse.
Non potendo prendere nulla da queste associazioni, lo Stato ha pensato allora di andare sul sicuro spostando il suo interesse nel lato online del poker; così ha etichettato i siti .it come regolamentari e i siti .com vietati da Ams.
C è una diatriba tra la Comunità Europea e lo Stato italiano in quanto i .com pagano le tasse direttamente alla Comunità e quindi lo Stato non prende soldi; ma l'Italia fa parte della Comunità Europea e quindi dovrebbe essere tutto a posto, invece no.
Ci si chiede come uno sport come questo che porta soldi un po' a tutti non debba essere legalizzato definitivamente nelle sale live, lasciando liberi quei club, di organizzare le varie serate; non può e non deve essere solo monopolio dei vari Casinò (Venezia Sanremo, Campione, ecc.ecc.), solo perché ci deve guadagnare soprattutto il Governo.
Le World Series, che si svolgono a Las Vegas ogni anno, sono seguite da miliardi di persone, ed in quei frangenti l'economia e i soldi che girano portano nelle casse americane tanti di quei dollari che in Italia neanche ci immaginiamo.