Morta ieri la lady di ferro Margaret Thatcher, a causa di un ictus. Mark e Carol Thatcher, i suoi figli, ne hanno dato il triste annuncio. Margaret Hilda Roberts è il nome completo alla nascita, ma fu anche chiamata "Lady di ferro", in inglese "The Iron Lady", titolo di un recente film in cui Maryl Streep magistralmente indossa i panni dell'ex premier britannica. Nata il 25 ottobre del 1925 a Grantham, città di poco meno di 35 mila abitanti, nella contea del Lincolnshire, in Inghilterra. Il funerale, con gli onori militari, della baronessa Thatcher si terrà nella cattedrale di Saint Paul, davanti al fiume Tamigi.
La reazione del premier David Cameron, dello stesso partito della Thatcher, è stata, secondo le sue stesse parole, di «grande dolore». Così ha anche dichiarato: «abbiamo perso un grande leader, un grande primo ministro, un grande cittadino britannico». È stata issata a mezz'asta a Downing Street la bandiera britannica, in segno di lutto.
Henry Kissinger, ex segretario di Stato statunitense, l'ha ricordata come una grande leader ed una buona amica degli USA, oltre che una persona di cuore, ma fortissima nel difendere il suo punto di vista. Martin Schultz, presidente del Parlamento europeo, ha parlato della sua grande personalità politica e di come la Tatcher abbia dimostrato che la politica può cambiare la realtà. L'ex primo ministro laburista britannico Blair pure l'ha ricordata per la sua determinazione. Di «forza e carattere» ha parlato l'ex presidente statunitense George W. Bush ricordandola, aggiungendo che la Thatcher ha aiutato a rafforzare la speciale alleanza tra il Regno Unito e gli USA., non mancando di citare l'ex presidente Reagan. La cancelliera tedesca Merkel ha voluto rimarcare che Margaret Thatcher è stata di esempio per molte donne in politica, raggiungendo il più alto incarico democratico del suo Paese, quando ciò non era affatto scontato.
In Italia sembra che abbiamo ancora da imparare in tal senso, ma fra breve verrà eletto il Presidente della Repubblica e vedremo se finalmente i nostri politici sapranno stupirci eleggendo, ad esempio, la radicale Emma Bonino, preferita, secondo numerosi sondaggi di opinione, dalla cittadinanza. Già dalle elezioni presidenziali del 1999 vi è stata una campagna per la sua elezione a Capo dello Stato, ma la classe politica ha preferito anche in quell'occasione, come in quella successiva, un inquilino di sesso maschile al Quirinale.