Abbiamo assistito inermi in questo anno e mezzo alla Primavera Araba dei vari paesi musulmani, uno di questi la Siria. La vecchia terra araba è attualmente un lembo di territorio afflitto da un'aspra battaglia, che dopo iniziali manifestazioni di rivolta, segno di una giusta voglia di cambiamento, negli ultimi mesi è diventata guerra civile.
Da fonti certe le ultime novità dicono che i siriani hanno rilasciato armi chimiche nell'aria, ulteriore folle gesto di odio per se stessi e per gli altri, assurdo uccidere, violentare e trucidare bambini in nome della democrazia.
Qualcuno deve fermare questo massacro. L'Onu deve intervenire, e procedere a controllare anche militarmente, se serve, queste zone dove sono stati violati tutti i diritti umani. Non è più ammissibile questo massacro di civili.
Immagini di una crudeltà estrema fanno il giro del mondo, e, notizie di grande disperazione arrivano da tutte le parti sui social network, le varie Primavere Arabe per ora hanno solo seminato distruzione e morte, e molti di questi uomini vanno incontro alla morte abbracciandola come eroi per il sogno della conquista della democrazia, ma la vita vale di più, anche se il sogno di libertà è sacrosanto in zone dove i popoli vivono sottomessi, violentati e uccisi da un regime totalitario che non li fa respirare.
Più di un mese fa una foto straziante girava sui social, il bambino con in faccia il ritratto della disperazione perché aveva perso i genitori, rimasto solo con il piccolo fratellino in fasce, questo e altro dal fronte di guerra siriano. Violazioni di diritti umani che non ammettono un giorno in più di riflessione e ora anche il nostro giornalista disperso.
Quali le ragioni del conflitto? La guerra civile siriana vede opposte le forze governative e quelle dell'opposizione, riunite nella Coalizione nazionale siriana.
Inizia il 15 marzo 2011 con dimostrazioni pubbliche come una delle tante Primavere arabe sfociata in guerra civile. L'obiettivo delle lotte è spingere il presidente siriano Bashar al -Assad ad attuare la democrazia nel paese.
Secondo il governo invece i rivoltosi mirano a creare uno Stato islamico radicale, dato la presenza nel Consiglio nazionale siriano dei Fratelli Musulmani e altri gruppi legati all'Arabia Saudita di Al -Qa'ida.
Una vecchia legge del 1963 proibiva le manifestazioni di piazza e il regime le ha soppresso con la violenza, provocando vittime tra i manifestanti e le forze di polizia. Nella primavera 2011 il governo siriano col suo esercito apre il fuoco sui civili e migliaia di siriani si sono rifugiati nei vicini Paesi, la popolazione è decimata dall'esercito e molti dissidenti vengono rinchiusi e torturati nelle carceri governative. I miliziani usano i civili come scudi umani, e puntano armi su di loro per annientare le rivolte, d'altro canto anche i ribelli sono colpevoli di abusi dei diritti umani, incluse torture, sequestri, detenzioni illecite e altre barbarie.
Dall'occidente unanime la condanna per l'uso di violenze contro i manifestanti, più volte è stato posto il veto, e risoluzioni Onu hanno condannato le azioni di Assad con sanzioni; si è creato un gruppo gli Amici della Siria, che si riuniscono periodicamente per discutere della crisi. La Lega Araba ha inviato nel dicembre 2011 una missione di osservatori tentando una risoluzione pacifica e un ulteriore tentativo la nomina di Khofi Annan come inviato speciale dell'Onu ma niente è cambiato. Attendiamo speranzosi la fine delle ostilità.