Negli Stati Uniti il diritto costituzionale del cittadino di detenere e portare un'arma ha radici antiche, si rifà al tempo delle milizie tra il 1775 e il 1783, quando civili si organizzarono in gruppi combattenti per l'indipendenza americana.
Un richiamo storico tanto forte ed evocativo fa sì che larga parte dell'opinione pubblica rivendichi questo diritto, nel solco della tradizione e della libertà del Paese. Una libertà che ha sempre avuto come contraltare una giustizia inflessibile e senza sconti, chi usa l'arma per commettere delitti può ritrovarsi nella cella della morte o condannato alla prigione a vita.
I recenti drammatici episodi di sparatorie nei college, con morti e feriti, hanno sollevato polemiche sulle armi da fuoco tra abolizionisti, difensori della tradizione e lobby dei produttori. L'amministrazione americana si è schierata per misure restrittive che ne limitino la circolazione.
Ora, ci chiediamo se siano cattive le armi o le intenzione di chi le usa. L'arma è solo un oggetto, come un martello o un cacciavite. Anche questi possono uccidere, metteremo al bando anche loro?
E' di pochi giorni fa la notizia della strage compiuta da un pazzo a Milano con un piccone. Un'arma in mano alle forze dell'ordine è "buona", serve a salvaguardare la società, in mano a un delinquente o a uno squilibrato è "cattiva"?
No, tutto dipende da chi la impugna.
Certo l'arma da fuoco aumenta la letalità degli atti criminosi, ma non influisce sulla volontà di chi li compie. Gli abolizionisti contestano che un'arma da fuoco ha solo finalità offensive. Non è così, può servire per difesa propria od altrui, per una nobile causa (i partigiani erano armati), per caccia, sport o collezione.
Il mercato ufficiale delle armi costituisce anche una garanzia, i criminali non vanno in armeria esibendo documenti, ma si riforniscono al mercato illegale. In Italia la regolamentazione sulle armi è molto rigorosa.
Il porto di pistola per difesa personale è difficilissimo da ottenere, ha durata annuale e viene rilasciato solo per motivi professionali e particolari situazione di rischio.
Il permesso di detenere armi per caccia o sport ha durata di sei anni e viene concesso solo dietro accertamenti medici molto accurati. Sarebbe da augurarsi lo stesso rigore nel rilascio (e nella revoca) di patenti di guida. Inutile alla fine demonizzare delle "cose", a fronte di episodi che evidenziano palesi disagi e turbe della società.