Il Papa argentino Francesco ha portato un fresco vento diprimavera dall'America latina nella vecchia stanca Europa. È giunto sul soglio di Pietro durante la Pasqua, ci ha fornitola speranza di una nuova resurrezione, ha risvegliato l'anelito di un mondonuovo.
Si è imposto il nome Francesco per indicare a tuttil'esigenza di un ritorno all'essenza del messaggio cristiano, un ritorno alleorigini per proiettarci purificati verso l'avvenire.
Un duro compito l'attende per eliminare le tante scorieaccumulate nel tempo dalla Chiesa, per spezzare le catene che legano la Chiesaal potere temporale.
Tra le cose umane, troppo umane, che contaminano ilmessaggio di Gesù, c'è l'abbraccio con il potere che si estrinseca anche nell'attivitàdei Tribunali Ecclesiastici per l'annullamento del matrimonio che in Italia hariflessi anche di natura civilistica. Una macchia, un cancro per la Chiesa.
A parte il connubio Stato-Chiesa, antico retaggiostorico, che inquina il messaggio evangelico, il cuore del problema sta nellatinorum (nella mancanza di trasparenza) e nella profanazione del sacramentodel matrimonio.
Davanti ai Tribunali ecclesiastici s'instaura un vero eproprio processo, simile a quello dei Tribunali dello Stato, che si puòconcludere con la dichiarazione di nullità del matrimonio ab origine, a causadi vizi del consenso e di cause ostative preesistenti o contestuali al fatidicosì.
Le cause che possono giustificare una pronuncia di nullità delmatrimonio religioso sono labili ed elastiche anche se ristrette in poche tipologie.
Molte di queste cause certamente inficiano il consenso necessario per lanascita del matrimonio, ma a noi appare paradossale che la dimostrazione dellasussistenza di queste cause debba seguire una metodica simile a quella deiTribunali civili nei quali si costruisce una verità processuale, anche contesti di parte non sempre rispettosi del comandamento che prescrive di non testimoniareil falso.
Le forme,l'apparato, gli incartamenti, la presenza di giudici e avvocati appaiono unaprofanazione del sacramento del matrimonio e non certo uno strumento diriconciliazione con Dio, che si fonda su altri intimi presupposti.
La tutela dellegittimo affidamento, anche in difesa della fede, mal si concilia con ilfiorente mercato che si è sviluppato intorno ai Tribunali ecclesiastici e laSacra Rota, anche per aggirare gli effetti del divorzio riguardo all'indennitàdivorzile.
Basta andarein internet per imbattersi in avvocati che pubblicano foto con baciamani aquesto o quel Papa. Gente che con la chiesa e la fede non ha nulla da spartire.
Non bastarendere più stringenti i criteri per la dichiarazione di nullità, si devonoabolire i Tribunali e questo diabolicomercato. La stradamaestra è quella della dispensa, simile a quella relativa al matrimonio nonconsumato.
Come nellaconfessione, quello che conta è il pentimento e il perdono. Il Vescovo o un suosostituto, sentita la confessione del fedele, senza la presenza di avvocati etestimoni, potrebbe concedere la dispensa dal matrimonio e consentire diaccostarsi ai sacramenti e di celebrare un nuovo matrimonio religioso.
La separazionetra effetti religiosi ed effetti civili del matrimonio deve comportare diversemodalità per rilevare eventuali cause di nullità. Nella chiesa c'è solo unavvocato, Gesù. Speriamo cheil nuovo Papa abolisca questi Tribunali e ridia la giusta dignità al matrimonio.