Provate ad immaginare, almeno per un secondo, i grandi manager delle squadre più blasonate d'Europa nel mentre di una trattativa di acquisizione o cessione di un calciatore. Immaginate Florentino Perez, Roman Abramovich, lo sceicco Mansour, immaginatevi pure Rummenigge e tutto l'assetto societario di Bayern, Barcellona e Manchester United. Ora, nel chiudere accuratamente gli occhi, provate ad immagine una trattativa con intermediario Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan e fedelissimo scudiere di Silvio Berlusconi fin dai tempi di Telemontercarlo.

Il geometra brianzolo è da sempre il riflesso di Berlusconi sul campo di gioco e sugli spalti. Ma è principalmente l'uomo che cura il mercato della società di via Turati. I colpi messi a segno dall'a.d. in questi anni di militanza sono stati molteplici, anche e soprattutto in anni recenti: Kakà, Shevchenko, Ronaldinho, T.Silva, Ibrahimovic, Robinho, l'ultimo colpo in ordine di tempo è stato Mario Balotelli. Di soldi la società ne ha sborsati e non ha lesinato sugli ingaggi dei propri tesserati, che risultano essere tra i più alti in Europa.

Ma da qualche tempo Silvio Berlusconi deve aver imposto una filosofia diversa al proprio figliol prodigo, e negli ultimi anni i colpi del Milan, e del calcio italiano, questo è da sottolineare, si sono manifestati soltanto in concomitanza di occasioni di saldo estremamente favorevoli: Ibrahimovic è stato prelevato dal Barcellona per la cifra di 25 milioni, che per lui sono tutt'altro che soldoni.

Cosi' come per Balotelli, la dirigenza rossonera è stata brava ad intercettare l'insofferenza del calciatore, in rotta con il Manchester City, e ha quindi impostato il trasferimento a cifre relativamente (il relativamente in questi casi è da evidenziare a caratteri cubitali) contenute.

Da alcuni anni questo atteggiamento di estrema cautela si è combinato con una passione incontenibile di Galliani e i suoi: quella di prelevare prestazioni sportive a parametro zero.

Vi spieghiamo il giochino. Quando un calciatore è in scadenza di contratto con una società, solitamente sceglie se rinnovare il contratto o rifiutare il rinnovo per andare a giocare in qualche altra squadra. In questo secondo caso quindi la società cerca di vendere il calciatore per evitare che l'anno successivo vada via senza neanche lasciare un ricordino nelle proprie casse. Il trasferimento è detto quindi in questo caso a parametro zero.

Ebbene alcuni degli acquisti del Milan negli ultimi anni sono avvenuti tramite questa raffinatissima tecnica : il primo fu Mexes, che nel 2011 rifiutò il rinnovo del contratto con la Roma, perché già da tempo era d'accordo con i vertici rossoneri. I tifosi della Roma non ne rimasero entusiasti ed ancora oggi Mexes è ricordato dai sostenitori giallorossi come un "traditore". Poi fu la volta di Von Bommel, strappato dal Bayern Monaco con le stesse modalità, e di Riccardo Montolivo, capitano e bandiera della Fiorentina, andato via nel dissenso generale senza rintuzzare di un quattrino le casse dei Della Valle.

Adesso pare che Galliani con questa tecnica si stia mobilitando per cercare di adescare Honda e Ljaic, entrambi in scadenza il prossimo anno. Nel caso del primo si riaprirebbe quindi la querelle con la società viola, proprietaria del cartellino del talento serbo, che sta cercando di non incappare in nuovo caso Montolivo.

Per questo Ljaic è stato a più riprese offerto all'Atletico Madrid. L'accordo si può chiudere sulla base di 7-8 milioni. Maggiormente delineato appare invece il futuro di Honda, che difficilmente non rivedremo a Milanello con maglietta rossonera in mano, e Galliani al suo fianco.

Il Milan quindi nel giro di pochi anni ha iniziato un processo di trasformazione : da squadra stellare a centro di rifugio per svincolati. Un lento decadimento che sta portando il diavolo a perdere tutto il blasone acquisito negli anni passati. E che al cospetto delle altre compagini europee fa sembrare la società di Berlusconi come una squadra "pigliatutto" che accoglie anche giocatori mediocri.

C'è da dire che il Milan non è l'unica squadra nel panorama italiano a far ricorso a queste tecniche pur di rifornirsi di calciatori a costo zero.

Anche la Juventus di Antonio Conte si è avvalsa di accordi sottobanco pur di ritrovarsi in squadra giocatori di talento dall'andamento fortunoso, come Pogba, o meno, come Anelka. Ma il caso più emblematico resta quello di Andrea Pirlo, passato anch'egli alla corte degli Agnelli senza alcun tipo di "esborso". Sarà stato questo trasferimento a far irritare Galliani & Co e a convincerli che oggi giorno, non costi quel che costi, bisogna investire sullo svincolato?