È di poche ore fa la notizia di una nuova sparatoria in America. Questa volata ad essere colpita non è una scuola, un cinema o un centro commerciale, ma bensì la più antica base navale americana di Washington. Ovvero uno dei posti che dovrebbe essere più sorvegliati e sicuri di tutti e che invece è stato violato come una “semplice” scuola.

Un atto che si va ad aggiungere ai già molteplici episodi simili, un atto che alla fine forse non ci dovrebbe sorprendere più di tanto ormai e che invece, forse come la famosa “goccia che fa traboccare il vaso”, ci colpisce ancora di più.

Si perché ormai non passa mese che si sentano notizie simili, notizie che sempre di più ci sorprendono per la loro brutalità e organizzazione. Un organizzazione che non conosce più limiti. Se infatti fino ad adesso si erano presi di mira solo istituzioni poco protette, questa volta si è arrivati a colpire una base militare, che per definizione dovrebbe essere più che sicura.

Questa escalation di violenza pone una seria domanda di sicurezza interna. Se infatti un semplice dipendente di una società subappaltatrice si è potuto introdurre (con un tesserino di riconoscimento rubato) in una delle più antiche e protette basi navali amaricane, vuol dire che l’Amarica deve porsi dei seri interrogativi.

D’altro canto l’eccessiva diffusione di armi automatiche e semi automatiche (che si posso comprare in un semplice shop autorizzato) e l’ostinata decisione di non porre un freno a tale diffusione (ricordiamo come la timida proposta di legge del presidente Obama di qualche mese sulla vendita di armi sia stata bocciata dal Senato americano) non potevano portare, prima o poi, che a questo risultato.

Un evento che cambierà radicalmente il modo di vivere degli americani. Infatti come tutti noi sappiamo quando l’America si sente minacciata in casa propria le reazioni sono sempre più che spropositate. Solo per citare il presidente Obama “Un atto di codardia che ha colpito militari e civili qui, in casa nostra”. La questione infatti è proprio questa, “… qui, in casa nostra” una parola che fa tremare l’intera nazione.

Tuttavia, almeno a mio avviso, la loro reazione “spropositata” questa volta non dovrebbe basarsi sulla forza bruta, ma bensì su un piano ragionato di ri-educazione civile e scolastica. Perché il vecchio detto “chiodo scaccia chiodo” porterà solo a nuove violenze senza risolvere il vero problema.

Ripartire dai giovani dunque e dalla famosa legge proposta da Obama per limitare il commercio di armi. Far passare l’idea che ci sia uno stato forte civilmente, che protegge i cittadini e non che ognuno di loro deve avere la sua pistola per farsi giustizia da solo. Un concetto che per quanto “semplice” sembra non passare nella società americana. Certo noi siamo anche il frutto della nostra storia, e quella dell’America è senza dubbio una storia di conquista di territori selvaggi fatta con le armi.