"La mia vita è un inferno: non riesco a smettere". Queste sono le parole che ho riferito al mio medico di base quando mi ha prescritto dei comuni esami del sangue.
Chi legge magari pensa che mi riferisca al fumo di sigaretta, alla droga o a chissà altre cose: ma invece no. Mi riferisco al cibo.
Era un'ossessione.
Mi svegliavo la mattina e la prima cosa che facevo era scaldare un'enorme tazza di latte nel microonde e aprire un nuovo pacco di biscotti da 500 grammi (ebbene sì, ne aprivo uno nuovo, ogni mattina). E così anche al pomeriggio verso le ore 16.00 come "spuntino" pomeridiano.
Tutto questo va aggiunto ai pasti principali, ovvero il pranzo e la cena che erano sempre e comunque fatti di pane, pasta, carne.
E così all'età di circa 14 anni, iniziai a prendere peso... 60 kg, 70 kg, 80 kg... Arrivai in terza superiore (all'età di 16 anni) a pesare esattamente 130 kg. Allo specchio non riuscivo a vedermi, non mi piacevo... Ma ero consapevole che il cibo fosse l'unico luogo in cui riversare i problemi, pensavo fosse l'unica soluzione. Un giorno d'autunno, quando festeggiai i miei 17 anni, andai dal medico per i continui dolori nel quadrante inferiore destro dell'addome. Diagnosi? Appendicite acuta. Beh, nulla di così eclatante no? Peccato che vista l'enorme quantità di grasso sottocute i medici non riuscivano ad intervenire chirurgicamente.
Allora mi sottoposi a un'ecografia... Beh... Non si trattava di appendicite, bensì era il mio fegato che si "lamentava" dei continui sforzi a cui era sottoposto vista la quantità e la qualità di cibo che ingerivo.
Decisi che dovevo smettere. Mi impuntai contro me stesso: forza di volontà? Sì... Non sono stati i medici, nè tanto meno quei libri patetici che si vedono in libreria. Solo forza di volontà. Iniziai ad andare in piscina e nel frattempo iniziai anche una dieta... O meglio... Iniziai a mangiare come si doveva mangiare: una porzione di carboidrati al giorno, un panino, una fetta di carne... E tanta verdura e frutta. E poi? Poi l'ingrediente fondamentale: la voglia di dimagrire...
Ora, dopo cinque anni di duro sforzo e lavoro, sono un ragazzo di 22 anni, quasi infermiere, alto 183 cm e che ne pesa "solamente" 72 kg. E che dire? La differenza è ben visibile.