Se lo afferma Bankitalia, c'è da crederci. Nel suo resoconto biennale e in base all'indagine effettuata sui bilanci delle famiglie italiane è risultato che la povertà è salita dal 14% al 16%, negli anni che vanno dal 2010 al 2012, mentre il reddito famigliare medio, è diminuito del 7,3%, individuando la soglia di povertà con un reddito pari a 7.678 euro annui e meno di 640 euro mensili.

Sono dati questi assai allarmanti che dovrebbero far riflettere i nostri politici, i nostri parlamentari che discutono mesi e mesi sulla riforma della Legge elettorale e non si interessano minimamente di questi dati allarmanti.

Si sono formate due categorie: l'estrema povertà e l'estrema ricchezza, mentre non esiste più il ceto medio.

Siamo arrivati al punto che una famiglia su quattro ( 26,1% ) ha dovuto chiedere un prestito bancario o la cessione del quinto dello stipendio all'Inps o ad altri Enti. I pensionati poi sono quelli che stanno peggio di tutti, in quanto sono tanti che percepiscono una pensione al di sotto dei 500 euro mensili e, nonostante ciò e con i pochi euro che prendono, danno un aiuto alle proprie famiglie o ai propri figli che sono rimasti senza lavoro.

Quali le cause di questo sfacelo? I nostri politici danno la colpa alla crisi e solo alla crisi e non vogliono ammettere che il maggiore indiziato è il tanto decantato euro che ci ha portati nel baratro e una parte di colpe è da attribuire ai nostri capi che ci comandano da Bruxelles che si sono mostrati incapaci di governare una Comunità come la nostra e con poche idee per riuscire a rimettere in sesto un'economia che sta andando a rotoli.