Nel corso della mia esperienza dicronista di provincia, alcuni anni fa ho avuto modo di intervistare PiercamilloDavigo, stimato magistrato italiano. Alla mia domanda sull'applicazione dellagiustizia in Italia rispose in una maniera sorprendente: "Oggi in Italia devetemere di più chi rispetta i principi di legalità!". Ne rimasi sorpreso, ma a lungoandare, ho avuto modo di dargli ragione.
Chi scrive può trovarsi implicato inprocedimenti penali per la famigerata diffamazione a mezzo stampa. Un'accusache non manca quasi mai a chi si occupa di giornalismo d'inchiesta e cheobtorto collo deve affrontarli.
Va da sé che gli scritti devono essere sempreconfortati da fonti sicure e comprovate, oltre che deontologicamente corretti,ma quando si toccano i cosiddetti poteri forti il rischio è sempre in agguato. In due procedimenti distinti, con sentenzeemesse dallo stesso tribunale (di Catanzaro) e su analoghe situazioni si sonoverificati situazioni sconcertanti. Tutto ruota sulla verità dei fatti raccontatinei rispettivi procedimenti e nell'affermazione del rispetto dei principi dilegalità.
Nel primo caso la sentenza emessa ha dichiarato che dire la veritànon è reato, mentre in un secondo caso ha dichiarato che dire la verità puòdiventare reato e quindi portatore di condanna se il linguaggio utilizzato neldire la verità può essere ritenuto "incontinente".
Diventa difficile a questopunto fornire una degna interpretazione all'operato dei giudici nella loroapplicazione dei principi di legalità, nel rispetto delle loro funzioni didovuta imparzialità. Diventa difficile accettare anche la nota affermazione che campeggia nelle aule deitribunali: "La legge è uguale per tutti"! Per chi scrive è fondamentaleattenersi non solo ai principi di legalità, ma anche al principio della verità, in quanto i due principi non possono che convivere nelcorso del suo operato.
Trovarsi poi di fronte a giudizi così sconcertanti sulvalore della verità non può che confermare le parole dell'illustre magistrato.Il rischio di rispettare la legalità, confortata persino dalla verità, può ritorcersi contro chi della legalità e della verità ne fa una filosofia divita.