Le prime pagine dei quotidiani italiani sono da giorni infestate di sigle - IUC, TASI, TARI - tanto nuove (ma solo per le diverse combinazioni di lettere) quanto vecchie (nel senso della ciclicità della mazzata che i cittadini onesti, quelli che pagano le tasse, ricevono dal governo di turno).

E' la solita storia: solo poche settimane sono trascorse dai trionfali annunci che rassicuravano i cittadini sul fatto che l'IMU fosse morta e sepolta.

Tanto è bastato, nel silenzio dei comprimari, ai principali attori sulla scena: a Letta ed associati (per superare le "forche caudine" dell'ennesima fiducia) ed a Berlusconi & co.

(per portare a casa qualcosa da sbandierare dopo lo strappo pre-elettorale).

Quando poi arriva il momento di fare i conti sul serio, guarda un po' che accade: grande gioco delle tre carte e dal cilindro del governo (sempre Letta) escono tre coniglietti: IUC, TASI e TARI.

Non contenti, perché le cose o si fanno bene o è meglio non farle (e magari non avessero fatto alcunché), i nostri politici ci fanno sapere che la base di calcolo sarà sempre l'abitazione (principale o secondaria, guarda caso come per l'IMU) ma che i Comuni potranno aumentare le aliquote per pareggiare i loro conti.

Qualcuno si accorge della fregatura? Che problema c'è ? I nostri illuminati governanti si affrettano ad inventarsi soluzioni ed a proporre modifiche o nuove modalità di calcolo per poter eliminare qualsiasi stortura (così vogliono farci credere).

Ma allora, caro Governo, visto che non volevi aumentare le tasse e che quello che sta accadendo è solo frutto di errate intepretazioni, perché non fai una bella cosa? Torna sui tuoi passi, ridacci l'IMU com'era e ricaccia nel cilindro i tre coniglietti.

Ti ringrazieranno tutti i cittadini, visto che, tornando alle vecchie e note regole, almeno potranno risparmiare il costo delle prestazioni del commercialista e del fiscalista, senza l'aiuto dei quali sarebbero destinati certamente a rischiare il pagamento di pesanti sanzioni con l'accusa di evasione fiscale.