Da qualche tempo Ask. fm sembra diventato lo specchio di un preoccupante disagio adolescenziale. Solo qualche giorno fa il TG ha raccontato l'ennesimo suicidio di una giovane ragazza, esortata da altri utenti che l'avrebbero offesa e schernita. Questi rappresentano la nuova realtà del bullismo quello online, chiamato cyberbullismo.

Molti si chiedono, come è possibile che un social network possa indurre una persona a compiere un gesto estremo? A quanto pare questo può accadere, poiché dietro quello schermo come nella realtà, ogni essere umano ha una sua dimensione e una sua fragilità.

Immaginate quella normale insicurezza che può avere una ragazza a 14 anni.

Alcuni attraverso il web e nelle comunità su Internet cercano aiuto, perché bisognosi di un consiglio da parte di altri iscritti, di persone che forse hanno vissuto la stessa esperienza e sofferenza. Ma come spesso capita all'interno dei social network ci sono altri che amano offendere gli utenti più sensibili, perché loro stessi individui annoiati e frustrati.

È come assistere a una caccia alle streghe: dove la ragazza dall'aspetto curato emotivamente più fragile sarà oggetto del sacrificio di fronte a delle maschere pronte a sbranare la propria vittima, tutto nel più sconvolgente anonimato. Così pressapoco funziona Ask, dove un utente rivolge una domanda di qualunque genere e trepidante attende una risposta.

Troppo spesso si cade in un incubo senza risveglio, l'unico rimedio è cancellare il proprio profilo.

Ma quando nella propria pagina si è voluto inserire la foto personale e video annessi, ecco che qualche anonimo a seconda dei casi inizia il suo lavoro psicologico con domande imbarazzanti e malvagie.Parole senza controllo che possono tagliare in due l'anima e il respiro di chi subisce tale vigliaccheria e bullismo.

La colpa è di Ask.fm? Non è chiudendo Ask che il problema verrà risolto, infatti è palese di vederne uno simile in poco tempo. Il problema è ben altro, capire e aiutare in tempo chi è in evidente difficoltà, prima che questo si rifugi nel suo mondo virtuale. Ovviamente è chiaro che online qualcuno ha alimentato la propria voglia di fare del male verso chi mostrava da tempo segnali di autolesionismo nel profilo personale. Da sempre l'uomo è bravo a compatire chi non c'è più, ma volutamente incapace di ascoltare quando quella persona è ancora tra di noi.